Fabrizio Corona al lavoro nella comunità Exodus

Fabrizio Corona non si lamenta. Al lavoro nella comunità Exodus che lo ospita dallo scorso 18 giugno, ritrova se stesso, fuori dal carcere.

Fabrizio Corona lava i piatti in comunità dopo aver servito i pasti ad alcuni rifugiati

Chi nel numero domani in edicola in esclusiva pubblica le foto di Fabrizio Corona al lavoro nella comunità Exodus di Don Mazzi, a cui è stato affidato dal giudice, dopo aver scontato più di due anni di pena a Opera (come rivelato sul social da Gabriele Parpiglia, giornalista di punta del rotocalco). La sua nuova esistenza è tutta in salita, ma Fabrizio Corona è felice. "Lava, cucina e riga dritto. Quando parlo, quando mi arrabbio, lui ubbidisce", ha chiarito Don Mazzi stesso al settimanale.
Durante la giornata di lavoro nella comunità Exodus Fabrizio Corona non si stanca mai.
Impegnato nella sede staccata della comunità a Gallarate, quella in cui sono ospitati una trentina di rifugiati nigeriani sfuggiti agli orrori degli estremisti di Boko Haram, Fabrizio Corona si dà da fare. Non ha problemi ad aiutare i rifugiati, dando loro lezioni di informatica. Non solo: serve i pasti a tavola e lava anche i piatti.
"Ammetto che Fabrizio si sta comportando bene - ha sottolineato Don Mazzi al giornale diretto da Alfonso Signorini - Rispetta gli orari e gli obblighi previsti dal suo protocollo all'interno della comunità. Non si lamenta (e ci mancherebbe!) quando deve pulire i bagni o cucinare per tutti. Soprattutto mi stupisce la sua ubbidienza. Quando parlo, quando mi arrabbio, lui ubbidisce. Comunque oggi Corona è felice. Credo che gli manchi l'amore, una donna, una ragazza".
Un mese e mezzo fa circa è stato il giudice di sorveglianza di Milano Giovanna Di Rosa a dare il via libera alla scarcerazione di Corona, affidandolo ai servizi sociali. Il giudice ha accolto l’istanza presentata da Corona tramite i suoi legali, gli avvocati Ivan Chiesa e Antonella Calcaterra.
Condannato a una pena complessiva di 13 anni e due mesi di carcere, l'ex marito di Nina Moric e papà di Carlos era stato mandato a scontare la sua pena in un penitenziario di massima sicurezza. Ora cerca di tornare alla normalità seguendo un programma di recupero, con prescrizioni precise e severe disposte dal giudice stesso.