Adriana Volpe chiarisce: 'Sono senza contratto: la lettera di richiamo della Rai è del 2017’

Adriana Volpe torna a parlare della lettera di richiamo ricevuta dalla Rai. La conduttrice 46enne vuole chiarire: non l’ha ricevuta ora, dopo la chiusura che ritiene ingiustificata del programma che conduceva su Rai Due, “Mezzogiorno in famiglia”, e dopo aver denunciato sui social la situazione, attaccando il direttore di rete, Carlo Freccero, come poteva sembrare dalle sue parole nell’intervista rilasciata a Chi. Le è stata inviata nel 2017. Ora non avrebbe potuto riceverla anche perché la presentatrice è senza contratto.

Torna sulla lettera di richiamo della Rai, è arrivata nel 2017. Adriana Volpe ora è senza contratto

Sul social Adriana Volpe precisa e spiega che la lettera di richiamo della Rai è arrivata nel 2017. E’ senza contratto dal 3 giugno scorso. “La lettera di richiamo risale al 2017! Mi sembra di essere stata molto chiara nelle mie interviste. Vi prego di non travisare modificando la cronologia dei fatti o facendo finta di non capire... Nessun titolo, per favore, del tipo ‘La Rai bacchetta la Volpe’. Il mio rapporto di lavoro con la Rai si è concluso il 3 di giugno: con quale criterio la Rai potrebbe mandarmi oggi una lettera di richiamo, non essendo più sotto contratto?”, scrive.

E aggiunge:  “Purtroppo, ribadisco, ho invece ricevuto la suddetta lettera nel 2017, subito dopo aver denunciato ai vertici Rai la gravità delle affermazioni postate sui social dal mio ex collega di lavoro (Giancarlo Magalli, ndr). Bella risposta della Rai, non credete?”. 

 

In alcune clip condivise Adriana Volpe, che senza contratto si guarda anche intorno, vagliando alcune proposte di lavoro ricevute, spiega ancora: “Alcuni hanno scritto di provvedimenti presi dalla Rai in questi giorni nei miei confronti. Assolutamente falso. La lettera di richiamo a cui faccio riferimento risale al 2017. Quale persona avrà mai il coraggio di denunciare un sopruso, una violenza nel momento in cui vede che chi denuncia riceve una lettera di richiamo, poi viene demansionata e viene mandata a casa, senza contratto? Ognuno tragga poi la morale che vuole. Ritengo che sia grave quello che è accaduto soprattutto perché si tratta di una società pubblica che dovrebbe rispettare, grazie anche al suo codice etico, le pari opportunità, difendere la figura dei propri dipendenti, in modo particolare se donne. Ora voglio mettere la parola fine, questo è il mio ultimo post. Buone vacanze. Ci vediamo a settembre e capiremo le novità”.