Alessia Marcuzzi: 'Lasciare Mediaset? E' stata una follia...'

Alessia Marcuzzi rivela cosa l’abbia portata a lasciare l’azienda in cui è cresciuta, a Vanity Fair confida le sue sensazioni dopo l’addio affidato a un messaggio sul social.Lasciare Mediaset? E’ stata una follia”, svela al settimanale che le regala la cover.

Alessia Marcuzzi: 'Lasciare Mediaset? E' stata una follia...'

La presentatrice 48enne, quando le si sottolinea del coraggio che ha avuto nel prendere una decisione così importante per il futuro professionale, spiega: “Coraggio è una parola enorme. S’impara, ma nessuno ce lo insegna. S’impara da noi. È il momento del “Sì, voglio saltare”. Qualunque cosa ci sia dall’altra parte. E chi può farlo deve farlo. Ma nel mio caso parlerei più di follia. Saltare a occhi aperti. Un balzo verso l’alto, ma leggero. Dietro di noi qualcosa che siamo stati, e a lungo, davanti chi vivrà vedrà. Follia è sentire un po’ un richiamo, un’urgenza di libertà. E seguirla”.

Ha deciso di abbandonare Mediaset. “Io in tv ci sono nata, non avevo neanche 18 anni, perché ho fatto tutto molto presto nella vita, da quando a 3 leggevo già Topolino. Questo per dire che Mediaset io me la sono proprio strappata dal cuore. Ma quando non ti riconosci più, e non c’entra quello che fai e hai sempre fatto, ma c’entri tu, è obbligatorio chiedersi: ‘Che cosa vuoi diventare?’. E rispondersi. Mi sono detta: ‘Alessia, sei fortunata, sì, e tantissimo, ma sei davvero quello che ti piace? Quello che vuoi essere?’. E così ho cominciato a ridisegnarmi. A pensare. Mi sono fermata: c’era necessità di capire”, confessa la Marcuzzi.

La conduttrice rivela cosa l’abbia portata a lasciare l’azienda in cui è cresciuta professionalmente

E’ sicura. Alessia precisa: “Una certezza che ho oggi è che non voglio, per paura, avere fretta di rimettermi in qualcosa che non mi convince. Arriverà dell’altro. E c’entrerà con l’entertainment? Magari sì, è nel mio Dna”.

“Perché ascolto la mia pancia mi sono sentita dare spesso dell’anti-convenzionale, di quella “fuori dagli schemi” che prende le decisioni affrettate. Perché nonostante sembri la brava ragazza borghese della porta accanto sempre sorridente e accomodante, sono tutt’altro che rassicurante. Ho avuto due figli, Tommaso e Mia, da due uomini diversi (l’ex calciatore  Simone Inzaghi, e  Francesco Facchinetti, ndr), mi sono lasciata presto con entrambi, quando i bambini erano piccoli, sono stata protagonista di calendari e foto sexy quando ancora non li faceva nessuno”, racconta. Invece non è così.

“Le mie scelte sembrano apparentemente frettolose, ma sono sempre dettate da amore, istinto, passione. E dalla ricerca della consapevolezza. C’è grande solidità dove gli altri vedono una sua mancanza”, chiarisce la Pinella.

La 48enne spiega: 'Oggi non voglio, per paura, avere fretta di rimettermi in qualcosa che non mi convince'

La pandemia l’ha aiutata a capire: “Il lockdown è stato per me l’occasione di vedermi da fuori. Ero lì, come seduta su una sedia a dondolo, dentro una specie di castello, intorno il fossato con l’acqua, un ponte levatoio alzato da superare per uscire e liberarmi. Intrappolata in qualcosa di ‘troppo’ da abbandonare”. Adesso ha chiare le sue priorità: “Non essere più abitudinari. Scoprire nuove storie di sé. Guardare alla vita con la curiosità con cui si cade dentro un amore agli inizi. Quando la si sente spenta, non perseverare”.

Alessia si era smarrita: “Me lo dicevano sempre, quando arrivavo in studio: ‘Alessia, entri tu e porti luce, sei luce’. Ecco, io negli ultimi mesi temo di averlo proprio smarrito quel lumino dentro che ognuno di noi porta. Si era come affievolito, spento. Andavo in onda, sorridevo, ma non sentivo più la mia energia, e non sapevo dove e come ritrovarla. Mi facevano felice le mie aziende. Tirate su con le mie forze”. Ora si è presa del tempo per sé.

Anche andare in analisi l’ha aiutata: “Mi ha insegnato che posizionarsi è fondamentale, se lo fai poi intorno si assesteranno a partire da dove sei tu. E che scendere dalla sedia a dondolo, uscire dal castello, tirare giù il ponte levatoio, superare il fossato, si poteva fare, che fermarsi non è sparire, ma più un prendere tempo per poi chissà tornare, magari, ma non subito. E nel mentre fare cose che piacciono. Come tali, rivoluzionarie”.

 

Lascia un commento
Exit mobile version