Angelina e il profumo della discordia

Manie di protagonismo o semplice veglia di preservare i propri figli da strumentalizzazioni degne delle migliori strategie di marketing? Chissà. Angelina Jolie avrebbe proprio voluto che il nuovo profumo Shiloh non arrivasse nei negozi, o almeno non lo facesse con il nome di sua figlia. Purtroppo per lei, dovrà attenersi alla decisione del tribunale: la nuova fragranza si chiamerà così.

Del resto Symine Salimpour, il creatore dell'essenza, aveva deciso di chiamarlo in questo modo perché Shiloh in ebraico significa "Il suo regalo". L'uomo ha fermamente sostenuto di essersi ispirato a questo e non alla figlia avuta dalla Jolie e Brad Pitt tredici mesi fa e il tribunale gli ha dato ragione. E per confermare i suoi buoni propositi, Symine donerà il 5% dei ricavati del profumo ad un'associazione israeliana per l'educazione dei bimbi più poveri. Angelina deve arrendersi.

E pensare che in Italia c'è chi chiama i suoi figli scegliendo proprio il nome di un mitico marchio che ha fatto storia come Chanel. Ilary Blasi e Francesco Totti docet...

Foto: AMPAS