C’era una volta Jennifer Connelly

Abito nero longuette, capelli lunghi neri e occhi azzurri. Jennifer Connelly illumina la sala dell’Hotel Eden di Roma. I fotografi la chiamano a gran voce, lei sorride e dice: “Ciao”. Gli scatti dei flash illuminano un volto indimenticabile, il volto della ragazzina conturbante di “C’era una volta in America”.

E’ giunta nella capitale per presentare “Dark Water”, l’horror diretto da Walter Salles (“Central do Brasil”; “I diari della motocicletta”), basato su un film ideato dagli stessi autori della versione giapponese di "The Ring", in uscita negli Usa la prima settimana di luglio, nelle sale italiane il prossimo 21 ottobre distribuito dalla Buena Vista International.
La pellicola racconta la storia di Dahlia Williams (Jennifer Connelly), una donna alle prese con un divorzio difficile e pronta a qualsiasi sacrificio pur di allevare al meglio la figlia Ceci (Ariel Gade). La situazione si complica a causa della dura battaglia per l’affidamento della piccola. Nel caos psicologico, Dahlia si troverà a combattere contro strani eventi che si verificano all’interno della nuova casa. Rumori misteriosi, perdite di acqua scura renderanno la sua vita un inferno. Contro tutto, Dalia andrà avanti per difendere il suo bene più prezioso: la figlia. Completano il cast del film gli attori candidati all'Oscar John C. Reilly, Tim Roth, Pete Postlethwaite e Dougrey Scott.

"E’ un horror che trascende dal genere – spiega Jennifer - Con maggiore tensione psicologica, in cui, oltre all'elemento del soprannaturale, è presente il tema dell'abbandono, con la protagonista che si trova costretta ad affrontare i fantasmi della propria infanzia".
Premio Oscar per “A Beautiful Mind”, la Connelly già nel 1985 aveva recitato nel film di Dario Argento “Phenomena”. “Ho voluto fare fortemente quella pellicola, amavo molto Dario e volevo essere diretta da lui. ‘Phenomena’ era, però, più grafico e cruento. ‘Dark Water’ è diverso, c’è un maggior sviluppo dei personaggi, più tensione. Ultimamente Hollywood attinge molto dagli horror giapponesi, forse perché la minaccia viene da dentro, non è rappresentata da un mostro esterno. E' una minaccia più sofisticata e sottile".

Molti le chiedono come ci si senta ad essere considerata un mito per la sua interpretazione in “C’era una volta in America". “Avevo 14 anni, ero giovanissima. Sergio Leone mi ha insegnato molto, gli ero affezionata. Era un grandissimo. Il suo film è bellissimo, uno dei pochi che ho rivisto. Non mi piace guardarmi nelle pellicole dove recito. Le guardo solo una volta, poi vado avanti. Dai 25 anni in poi, dopo la nascita del mio primo figlio, ho dato una svolta alla mia carriera ed ho cominciato ad accettare solo i film che volevo veramente fare, prima non era così. Certo, non mi riferisco a ‘C’era una volta in America’, ma non mi sento un mito per quelle scene girate con De Niro, anzi, lì mi vedo come un piccolo ‘topolino’”.
Con Selles sul set ha avuto sintonia e un rapporto perfetto, “Nonostante ci fosse tutta quell’acqua e facesse freddo. Una situazione comica e difficile”. Dopo il tour promozionale ritornerà negli States per recitare in “Little Children”: "Sarà un genere diverso da quelli fatti finora, una satira su alcuni adulti che vogliono rimanere bambini, diretta da Todd Field e tratta dall’omonimo libro di Tom Perrotta".
Bella, bellissima, semplicemente Jennifer.

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