Corona: 'In carcere il mio corpo sta cambiando'

Fabrizio Corona intervistato in carcere da Vanity Fair si racconta in una lunga intervista. Si dice cambiato, anche fisicamente, ora che non può più ricorrere al chirurgo estetico. In prigione, rivela, ha perso alcuni denti e il sesso non gli manca.

Fabrizio esordisce affermando che non scapperebbe più in Portogallo: "No - afferma - Ho perso la fiducia dei magistrati e la mia credibilità. Anche se il mio non è stato un vero tentativo di evasione. Come si può pensare di fuggire a bordo di una 500 con 300 euro in tasca, rinunciando a tutto, mio figlio, il mio ufficio, la mia famiglia?". La lontananza dai riflettori lo fa sentire, paradossalmente, un uomo più libero dietro le sbarre di quanto non fosse nella sua vita precedente all'arresto: "Sono riuscito a fermarmi, ad avere il tempo di riflettere. Non voglio sembrare drammatico, ma se non fossi finito in prigione, sarei potuto morire. Ero ossessionato dal successo, dai soldi. Dovevo avere le donne più belle, il fisico più scolpito, il look più alla moda. Volevo una vita perfetta e avevo il terrore di perdere tutto. E così mi ammazzavo di lavoro, incontri, appuntamenti, palestra. Il chirurgo mi aiutava a fermare il tempo, le sostanze chimiche mi davano una mano a reggere. Mi riempivo di pillole: pillole per allenarmi, per fare l'amore, per dormire".

L'estate scorsa Fabrizio ha finito di scrivere il suo libro autobiografico, "Mea Culpa", da allora le cose per lui sono molto cambiate: "Dopo un anno di carcere - racconta - mi guardo allo specchio e mi vedo diverso. Ho i capelli lunghi e ricci, la barba curata, ho perso molti denti, sono dimagrito, la mia faccia non ha più quel gonfiore chimico".
Corona nega poi i luoghi comuni sulle molestie sessuali che si consumerebbero dietro le sbarre: "Una farsa da film americani - dice - La verità è che l’omosessualità è un tabù assoluto. I gay stanno separati dagli altri detenuti, insieme con i pedofili e gli zingari". Il sesso in prigione non gli manca: "Ne ho fatto così tanto prima del mio arresto che quasi avevo la nausea - afferma - Quello che mi mancano sono le emozioni".

Corona in un passo del libro scrive anche: "Lo stesso giudice che mi ha condannato in primo grado a Milano nel processo di Vallettopoli ha condannato a 7 anni Silvio Berlusconi per il caso Ruby", interpellato su queste parole, dichiara: "Trovo le sentenze nei confronti di Berlusconi assurde, come le condanne di Lele e di Nicole (rispettivamente, Mora e Minetti, ndr). Lo dico perché quel mondo e le donne che ci ruotavano intorno lo conosco molto bene. Per il resto, con Berlusconi mi accomuna solo una cosa: entrambi abbiamo esagerato con le accuse nei confronti della magistratura. Difendersi è giusto, ma bisogna sempre rispettare i ruoli e le regole. Altrimenti ne paghi le conseguenze: l’ho imparato molto bene".