Filippo Magnini assolto dall’accusa di doping: 'Ero disperato, Giorgia il mio angelo custode’

Filippo Magnini è stato assolto dall’accusa di doping. Lo scorso 26 febbraio il Tas di Losanna ha assolto il nuotatore in via definitiva: l’incubo è finito. “Ero disperato”, racconta a Chi. E aggiunge: "Giorgia Palmas è stato il mio angelo custode”.

Filippo Magnini assolto dall’accusa di doping: 'Ero disperato, Giorgia il mio angelo custode’
Filippo Magnini assolto dall'accusa di doping: 'Ero disperato, Giorgia il mio angelo custode'

Tutto è iniziato il 27 maggio 2017. Filippo Magnini sui momenti vissuti rivela: “Ci sono stati momenti in cui ero disperato perché non capivo cosa mi stesse succedendo, volevo urlare la mia verità. Altri in cui ero stanco, non ce la facevo più a lottare, temevo di perdere la mia credibilità, il mio lato sportivo. Sentivo di fare male alle persone che avevo vicino”. Lui il doping lo ha sempre combattuto.

Nonostante la bufera, Filippo Magnini non ha mai pensato a gesti estremi: “Ci sono stati vari gradi di disperazione, ma non ho mai pensato neanche per un momento di farla finita perché c’è sempre un motivo, una ragione, una persona alla quale aggrapparsi per andare avanti. Non mi spezzo, non è da me. Ma questa esperienza mi ha fatto capire come si sente chi, magari, è più debole e si lascia andare a gesti estremi”.

Il 37enne ha seguito i consigli della fidanzata che si sono rivelati azzeccati

Si è legato a Giorgia Palmas, la donna che ama e sposerà e che lo ha aiutato a salvarsi: “Giorgia è arrivata a gennaio 2018, pochi mesi dopo l’accusa. Il nostro primo anno insieme è stato un periodo in cui ero mediaticamente distrutto, e lei è stata il mio angelo custode, mi ha aiutato ad aprirmi e, devo dire, ogni suo consiglio si è rivelato azzeccato”.

Ci sono state altre persone care al suo fianco: “Poi ci sono stati i miei genitori, mia sorella, il mio allenatore, Claudio Rossetto, che mi ha difeso fin dall’inizio, mettendoci la faccia e 4 o 5 amici che ci sono stati sempre. E c’erano le persone che incontravo per strada e mi dicevano: ‘Capitano non mollare’, ‘ci hai fatto emozionare con le tue vittorie’. Ecco, queste persone sconosciute sono state la mia linfa vitale”.

Re Magno crede nella giustizia: “Io, alla fine, dopo 3 anni di incaz*ature e di magoni, sono stato assolto, quindi dico a tutti di credere nella giustizia perché con me ha funzionato”. Il 24 marzo uscirà il suo libro, “La resistenza all’acqua”. Il 37enne racconta la sua storia, fatta di trionfi, ma anche infangata dall’accusa di doping, un uomo capace di risalire dal fondo e riemergere, andando avanti e prendendosi una rivincita.