Francesca Senette: 'Felice dei miei figli avuti con i cesarei'

Francesca Senette è felice dei due figli, Alice e Tommaso, avuti con i cesarei. La giornalista, conduttrice e scrittrice sul suo profilo social ha voluto pubblicare un post in cui dice la sua dopo aver letto un articolo dedicato al parto naturale.
Francesca Senette, sposata felicemente con Marcello Forti, inizia così: "E se si arrabbia un po' di gente, pazienza....mi sono arrabbiata tanto anche io in questi 9 anni, no?".
Poi continua: "Leggo un articolo su La Repubblica - peraltro ben scritto e senza eccessi, brava Cristiana Salvagni - che mi riapre vecchie ferite...e, parlando di cesareo, specifico subito che non si tratta di ferite fisiche, di cicatrici, di tagli... 
 Chi mi conosce, chi mi segue, chi ha letto il mio libro sulla seconda
gravidanza, sa che ho avuto due cesarei. Alice nel 2006, Tommaso nel 2013. Non sono stati una scelta, ma questo vorrei davvero non contasse".

Francesca Senette sul social difende la libera scelta delle donne nel decidere di partorire o naturalmente o con il cesareo

"Vorrei non contasse perché ritengo che, nel 2015, se anche una donna scegliesse senza alcun motivo "medico" "fisico" di non partorire "naturalmente" dovrebbe semplicemente essere libera di farlo. Libera e rispettata - sottolinea Francesca Senette, felice di aver avuto i due figli con i cesarei - Combattiamo tutti per i diritti sacrosanti di tutti (e non dobbiamo certo smettere di farlo) eppure su alcune tematiche restiamo fermi alla preistoria, non ci evolviamo e non riusciamo proprio ad astenerci dal giudicare con ferocia idee e posizioni diverse dalla nostra. Per quale motivo una donna dovrebbe "tornare protagonista del parto" solo dando alla luce suo figlio con dolore?".
Francesca sa quel che dice: "Io sono stata super protagonista dei miei (e mio marito con me) anche senza spinte, lacrime, urla e tutto il resto. Io non giudico chi fa come si è sempre fatto, come la Natura ci ha insegnato (perché potrei anche eccepire il fatto che il mondo va avanti, che la scienza va avanti, che tantissime cose le facciamo in modo diverso da come le facevano le nostre ave)...io rispetto. Ti piace partorire con dolore? Ti piace essere aiutata con farmaci (poco naturali, direi) che allevino il dolore? Ti piace partorire con l'aiuto di farmaci (sempre poco naturali) che velocizzino il tutto? Evviva. Va benissimo, va tutto assolutamente benissimo. Ma va altrettanto bene che una donna scelga, decida, di essere operata, incisa, tagliata. E se invece non sceglie, ma deve essere operata per emergenza, vorrei fosse nelle condizioni "ambientali" di non vivere quell'intervento come una tragedia, come una disgrazia... Di non sentirsi "meno" mamma, meno brava...".

La giornalista con il marito Marcello Forti e i due figli, Alice e Tommaso

Infine conclude: "Perché non c'è nulla di male, perché l'essere madre non coincide con il dolore straziante del parto, perché le Mamme si giudicano dall'amore, dalla dedizione, dal tempo, dalla cura, dagli insegnamenti, non dalle ore di travaglio, dalla fatica immane, dalle urla, da quel passaggio che, se c'è e se è scelto, va benissimo. ma anche no. Felice dei miei cesarei. Amen". E dei suoi splendidi figli. Non le interessa delle polemiche, anche se le sue parole è normale che ne abbiano generate. A difenderla ci pensa Selvaggia Lucarelli. "Chi pensa che si debba necessariamente partorire con dolore parte da un'idea insopportabile di maternità, quella che antepone la parola "sacrificio" a tutto il resto, a tutto il bello che la maternità porta con sè - ha scritto nel suo post - Quando sento la lagna "eh, per i figli ci si sacrifica", "Eh, vedrai i sacrifici", "ah, io per tirare su i figli e lavorare faccio mille sacrifici", mi sale la bile. I figli sono scelte, non sacrifici. Sono opportunità, sono felicità, sono stimoli, sono allegria, sono stupore, gioventù e disordine, sono anche delusioni, tragedie e rotture di coglioni, ma nulla che non si sia voluto accettando la scommessa di accogliere tra le proprie braccia un perfetto sconosciuto. Questa è l'unica idea di dolore che va accettata, se si è madri"