Giada De Blanck, un appello a mamma Patrizia

Preoccupata per la mamma, Giada De Black le scrive una lunga lettera aperta pubblicata dal settimanale DiPiù.

Patrizia De Blanck non sta bene, trascura la sua salute e, per questo motivo, la figlia Giada ha deciso di lanciarle un appello mezzo stampa: "(...) Se sono arrivata a fare un gesto così eclatante, è perché non so più cosa fare per convincerti che, se non ti deciderai a seguire la dieta che ti hanno imposto i medici, tu rischi di morire. E io non voglio perderti, perché non riesco nemmeno a immaginare la mia vita senza di te. Ho già sofferto tanto quando ho perso papà: avevo solo sedici anni quando un brutto male me lo ha portato via, all'improvviso, e ancora oggi non c'è giorno in cui non pensi a lui. Dopo la sua scomparsa, tu sei stata eccezionale: mi hai fatto da madre e da padre insieme per me sei diventata indispensabile, la cosa più preziosa che ho al mondo. L'ho sempre saputo, ma ne sono resa conto ancora di più quando ho rischiato di perderti".

Tutto è cominciato nel luglio dell'anno scorso - racconta l'ex naufraga dell'"Isola dei Famosi" - quando tu, un giorno, hai iniziato ad avere un terribile mal di stomaco, brividi, febbre altissima. stavi malissimo e io ero terrorizzata, ma tu, come al solito, minimizzavi; ho dovuto supplicarti per farti andare all'ospedale. E, per fortuna, alla fine mi hai dato ascolto. Appena hai messo piede nella clinica Ars medica, infatti, ti hanno dovuto operare d'urgenza per l'asportazione di un calcolo alla cistifellea che ti aveva provocato una brutta infezione. Una infezione che, se avessimo aspettato ancora, ti avrebbe ucciso. Non dimenticherò mai le parole del medico, che mi ha detto: 'Stia vicina a sua madre, perché non so se supererà la notte". Ero disperata. E quello è stato solo l'inizio di un calvario durato due mesi in cui, per alcune complicazioni sorte dopo quel primo intervento, ti hanno dovuto operare altre tre volte. Due mesi che io ho passato facendo avanti e indietro tra la nostra casa e l'ospedale, pregando, soffrendo, ringraziando Dio per ogni tuo miglioramento. Poi, finalmente, a metà settembre, sei stata dimessa e sei tornata a casa. E i medici, congedandoti, ti hanno fatto un'unica raccomandazione: quella di seguire, per tutto il resto della tua vita, una dieta rigorosa, e di evitare tassativamente alimenti che possano appesantire il tuo fisico, rimasto danneggiato dopo i numerosi interventi che hai subìto. Ti hanno ordinato di mangiare leggero: pasta o riso in bianco, verdure bollite, carne o pesce ai ferri, frutta. Per te, dunque, niente più bevande alcoliche né dolci, niente piatti troppo elaborati, niente fritti. Una dieta rigida, insomma, ma non certo impossibile da rispettare".

Invece Patrizia sembra non essersi rassegnata al nuovo regime alimentare: "E tu - prosegue nella lettera la figlia - che hai visto la morte in faccia, che cosa fai? Non solo ti rifiuti di seguire questo regime alimentare, mettendo a rischio la tua vita, ma ti prendi anche gioco di me. (...) Un pomeriggio, quando sei tornata dalla passeggiata quotidiana che fai con i nostri cani, ti ho visto la bocca sporca di panna. 'Mamma, che cos'è quello? Che cosa hai mangiato?', ti ho chiesto. E tu sei riuscita a negare persino l'evidenza: 'Io? Non ho mangiato nulla', hai detto. Ho dovuto insistere, arrabbiarmi, litigare per ottenere la verità, per farti ammettere che, sì, avevi mangiato un pasticcino pieno di panna. Un veleno, per te!". La ragazza continua raccontando che per la madre non si tratta di uno strappo alla regola, ma di un'abitudine, nonostante, a causa della malattia, per lei certe prelibatezze siano out: "(...) L'ho scoperto il giorno dopo - continua Giada - quando, insospettita, sono andata a parlare con il proprietario del bar vicino al parco in cui portiamo sempre a spasso i cani. Lui mi ha confermato che tu andavi nel suo locale ogni giorno, per mangiare di tutto: patatine fritte, panini con la mozzarella, tartine ripiene di maionese. Quando ho ascoltato le sue parole, mi è crollato il mondo addosso: non solo perché mi avevi ingannato, ma soprattutto perché mi sono resa conto che sei una incosciente e non capisci che, continuando a mangiare così, stai mettendo a repentaglio la tua vita. Da quando ho scoperto le tue 'trasgressioni', infatti, la nostra esistenza è diventata un inferno: ormai non mangiamo quasi più insieme, perché, se vedo che hai nel piatto qualcosa di 'proibito', che ti sei comprata di nascosto, mi arrabbio e litighiamo".

"Sono arrivata al punto di doverti persino nascondere il cibo: io, infatti, spesso mangio le stesse cose che mangi tu - spiega Giada - ma ogni tanto mi piace 'premiarmi' con qualche piatto succulento. L'atro giorno, per esempio, avevo fatto la pasta all'amatriciana, con il pomodoro e la pancetta: l'avevo cucinata per pranzo, e ne avevo fatta un po' di più per conservarla anche per la cena. Conoscendoti, però, dopo il pranzo ho nascosto il piatto con la pasta avanzata in un angolo della dispensa, per evitare di fartelo trovare. Tu, però, sei riuscita a scovarlo lo stesso e ti sei fatta fuori tre etti di pasta all'amatriciana... solo per merenda! Insomma, so benissimo che, quando non ti controllo, ti lasci andare e mangi cose che non dovresti, che per te sono potenzialmente mortali. Ho cercato di farti capire in tutti i modi che ti stai facendo del male, ma senza risultato (...)".

Così Giada ha deciso di scrivere questa lettera alla mamma, per farle capire tutta la sua preoccupazione, nella speranza che Patrizia De Blanck cambi atteggiamento e pensi di più alla sua salute.