Gina Lollobrigida non canta vittoria. Francisco Javier Rigau, il suo 'sposo a distanza' è stato assolto perché il fatto non sussiste. Finito sotto processo, a Roma accusato dall'89enne di truffa e falso per "aver con artifici e raggiri" indotto in errore l'attrice convincendola a ratificare davanti ad un notaio il loro matrimonio, solo religioso, avvenuto il 29 novembre del 2010 in Spagna", il 55enne è stato ritenuto innocente.
Francisco Javier Rigau è stato assolto. Lo hanno deciso i giudici dell'ottava sezione del tribunale di Roma presieduta da Paola Roja.
Gli avvocati dell'accusa, che avevano chiesto di condannare l'uomo a otto mesi di reclusione per truffa e falso, il presunto raggiro nei confronti di Gina Lollobrigida avrebbe permesso a Rigau di realizzare un "ingiusto profitto consistito nell'acquisizione dello stato giuridico di coniuge e dei diritti alimentari e successori, in danno di Gina Lollobrigida".
Al centro dell'intero processo c'era un documento dell'aprile 2012. L'attrice dice di averlo firmato perché sicura si trattasse di una procura che affidava per una querela per diffamazione. Invece era un atto con il quale l'89enne sottoscriveva la ratifica del matrimonio, in Italia, per gli effetti civili. Da qui era partita la sua denuncia.
Francisco Javier Rigau, ora assolto, ha sempre respinto ogni accusa. E' stato difeso dagli avvocati Michele e Alessandro Gentiloni. Rivendicando il matrimonio religioso celebrato per procura, il 55enne ha detto: "Né io, né Gina siamo stati mai reciprocamente interessati l'uno al patrimonio dell'altro. Il mio patrimonio supera il valore di 40 milioni di euro e non ho alcun interesse nel modestissimo patrimonio di Gina".
La vicenda va avanti da molto tempo. I due, separatamente, ne hanno parlato più volte ospiti a Domenica Live da Barbara D'Urso.
Durante il processo Gina Lollobrigida ha ribadito la truffa e detto di essere "all'oscuro di avere contratto matrimonio per procura con Rigau. Nell'agosto del 2012, mi portò da un notaio dicendo che dovevo firmare un atto necessario a portare avanti una causa civile avviato contro un avvocato spagnolo che pensavo essere responsabile degli attacchi mediatici contro di me. In quella sede lui non parlò mai di matrimonio, altrimenti quell'atto glielo avrei strappato davanti".
"Le sentenze si rispettano - ha commentato Fabrizio Sigia, legale della 'Lollo' - Ma è evidente che impugneremo la sentenza". La querelle, quasi una soap opera mediatica, sicuramente continuerà...