Harry: "Non vedo l'ora di diventare zio"

Non vede l'ora di diventare zio il Principe Harry, 28 anni. Il fratello di William d'Inghilterra, che molto presto con la moglie Kate Middleton saluterà la nascita del suo primo figlio, ha dichiarato: "Ovviamente sono molto felice per loro".

Intervistato in Afghanistan, dove si trovava dallo scorso settembre, il Principe ha raccontato di aver parlato con la coppia di futuri genitori: "Ho parlato con mio fratello e con Kate - ha detto - e stanno entrambi molto bene e sono felici, come è ovvio che sia". "Io penso sia stato ingiusto che siano stati costretti a pubblicizzare la gravidanza, ma a quanto pare esistono solo i media". Il giovane ha anche smentito di non aver fatto nemmeno una telefonata ai due futuri genitori: "Hanno detto che non li ho chiamati, che non ho scritto. Ma come fanno a sapere qual è il nostro rapporto?"
Harry , incaricato di portare armi su un elicottero d'attacco Apache, è stato intervistato circa dieci giorni dopo che la gravidanza è diventata di dominio pubblico, ma le sue dichiarazioni sono state tenute segrete per motivi di sicurezza e ora sono state rilasciate in quanto sta tornando nel Regno Unito: "Sono davvero molto felice per loro - ha aggiunto il figlio di Carlo e Diana - ma spero che ottengano la protezione necessaria per far sì che, soprattutto Catherine, come madre, possa godere di una certa privacy e che questa le venga adeguatamente fornita. Seriamente, spero che questo possa essere possibile". Ora che la sua missione è finita e che sta tornando dall'Afghanistan, c'è qualche pressione su di lui per seguire le orme del fratello e trovarsi una moglie? "Non penso che qualcuno possa costringerti ad accasarti - ha risposto - Se trovi la persona giusta, fai le cose giuste. Quindi ci vuole tempo, soprattutto quando si tratta di me e di mio fratello". Per loro trovare la donna perfetta, che non sia interessata solo alla posizione sociale che rivestono, non è impresa facile.

Harry ha parlato della guerra: "Sì, anche io ho sparato in missione e ucciso i talebani ma serviva per salvare i miei compagni di sul campo". "Se c'è qualcuno che vuole fare del male ai nostri ragazzi, allora li eliminiamo dal gioco ... si può prendere una vita per salvarne un'altra", ha aggiunto. Per lui questa era seconda missione. Era già partito nel 2008, ma aveva dovuto far ritorno anticipatamente a casa in quanto la stampa ne aveva dato notizia.