Lele Mora: "Mi sono fatto schifo"

400 giorni di carcere possono cambiare una persona? Gabriele Mora (oggi non vuole più essere chiamato Lele) sembra diverso e non solo fisicamente, grazie ai molti chili persi dietro le sbarre. Ma anche per una vita, quella dell'effimero mondo dello spettacolo, che pare essersi lasciato alle spalle. E per delle parole, quelle di un uomo nuovo, pronunciate durante un'intervista mandata in onda a "Domenica in... Così è la vita". Una chiacchierata con Don Mazzi che lo ha accolto come volontario nella sua comunità, Exodus, dove l'ex manager dei vip si è messo a zappare la terra.

Ha raccontato di quando nella sua cella si è presentato il magistrato di sorveglianza e gli ha fatto vedere una sua foto mentre, circondato da bei ragazzi, se ne stava sdraiato di bianco vestito su un divano, come un pascià: "Sembrava un tricheco" gli ha detto l'uomo, per poi aggiungere: "La guardo oggi e sembra una persona normale. Ma è dovuto finire in carcere per esserlo". Don Mazzi poi gli ha chiesto quante persone ha illuso e rovinato. Gabriele ha fatto mea culpa: "Ho creato dei personaggi dal niente, senza né arte e né parte e di questo me ne pento amaramente". Perché, ha aggiunto, per fare televisione ci vuole la gavetta e una certa preparazione. Ha addirittura rivelato che quei programmi tv che lui stesso faceva, visti dal carcere, gli hanno fatto senso. Però ha sottolineato di non aver mai forzato nessuno a vendersi o a prostituirsi: "Ho avuto momento di megalomania. Amavo essere adorato e accerchiato, non mi è mai piaciuto stare da solo. Ma nelle mie case a Milano, in Sardegna, come a Cortina, non ho mai fatto girare né droghe né prostituzione. Se le persone volevano fare certe cose non le dovevano fare davanti a me". Certe cose, ha ribadito, "non accadevano sotto i miei occhi".

"Il denaro - ha poi rivelato - è un mezzo e oggi mi ritrovo senza denari. Perché l'ho speso male, l'ho sprecato e l'ho buttato. Il successo non mi interessa più. Il potere, invece, non mi è mai interessato. Sennò avrei fatto il politico". Ma ha ammesso di aver frequentato il mondo della politica e di aver assecondato i politici stessi. In carcere, ha ribadito, ha avuto il tempo di meditare. Ha capito di dover cambiare e di non voler tornare a quegli sfarzi. Perché nella sua vita precedente ha confuso la mente a qualcuno.

In prigione la svolta per il cambiamento, ma anche momenti duri: "Ho pensato di farla finita". Ha detto a Don Mazzi che ha sottolineato come nella sua comunità oggi "Gabriele va a zappare". E Mora gli ha fatto eco: "Quell'orto deve diventare un giardino". "Dietro le sbarre pensi molto e capisci tante cose. Hai il modo di guardarti in faccia e a volte mi sono fatto anche schifo" ha aggiunto. "Devi farti schifo", l'ha redarguito Don Antonio. Ma questo periodo, ha assicurato Mora, l' ha forgiato, lo ha reso più forte e anche un uomo vero: "Ho capito quanto valgono i valori delle persone che ti vogliono bene. E quanto vale la vita". Accanto gli sono rimasti pochi amici e la famiglia: "Ho un papà di 90 anni. Una persona che ha lavorato nei campi", ha rivelato. Ha anche una mamma e due figli "meravigliosi che mi sono stati vicini in tutto e per tutto". Suo figlio, ha raccontato, nei momenti più bui gli diceva: "Papà non mollare".