La terribile gioventù di Luca Tommassini: 'Mio padre picchiava me e mia madre'

Luca Tommassini racconta la sua gioventù terribile e traumatica. “Mio padre era violento, mi picchiava e mi chiamava ‘frocet*o’”, rivela l’ex volto di X Factor e Amici nel podcast One More Time.

La terribile gioventù di Luca Tommasini: 'Mio padre picchiava me e mia padre'

“Non gli stavo simpatico, si vergognava di me, della mia S moscia. Era il primo a chiamarmi ‘frocet*o’. Mi diceva di stare zitto. Spaccava oggetti, e alzava le mani. Su di me e su mia madre”, confessa ancora l’artista 50enne.

“Mio padre era meccanico vicino a Primavalle, all’epoca zona dove mettevano gli avanzi di galera - ricorda - Col tempo divenne campione di Formula 3, iniziò a spendere i soldi in auto e donne. E iniziò a non abitare quasi mai in casa”. Quando l’uomo, Mauro il suo nome, era in famiglia era drammatico: “Usava molto le mani, e mandò diverse volte mia madre in ospedale. Una volta mi tirò in faccia un posacenere di cristallo, di quelli anni 70, quadrati. Non parlai per settimane. Mi portarono da uno psicologo per superare questo mutismo: ovviamente di nascosto da mio padre”.

Mantenendo il segreto con il padre, Luca si iscrisse alla scuola di danza di Enzo Paolo Turchi, con la complicità della mamma: “Lei mi iscrisse, e mi pagò la scuola coi soldi che risparmiava di nascosto da mio padre”. “Il giorno che scoprì che mi ero iscritto alla scuola di ballo, venne a pranzo, per rimproverarci tutti. Mia madre iniziò a difendermi. Lui stava urlando, prese una bottiglia d’acqua di vetro, la spaccò contro un muro e andò contro mamma. Io mi misi in mezzo e per la prima volta gli urlai in faccia: ‘Vattene, vattene!’. Finché non se ne andò. Tirai fuori la forza che in realtà non avevo, mi inventai il coraggio. E a volte inventarsi il coraggio serve”, svela ancora Luca.

Non ha rimpianti, solo un pensiero riguardo al papà: “Quando mio padre è morto, ho pensato solo a quell’occasione mancata”. Quella di un amore mai sbocciato e coltivato tra di loro.