Marco Carta a 'Live - Non è la D’Urso' in lacrime smentisce il vigilante sul furto: 'Non sono un ladro!'

Marco Carta, dopo l’arresto per il presunto furto di sei magliette griffate del valore complessivo di 1200 euro a La Rinascente di Milano, sceglie “Live - Non è la D’Urso”, dell'amica Barbara D'Urso per raccontare la sua verità. E’ provato da tutta la situazione. Spiega la sua versione dei fatti e scoppia in lacrime. Il crollo in tv arriva inevitabilmente: l’arresto, la notte in galera, lo hanno profondamente provato. Il cantante 34enne smentisce la versione data dal vigilante del mega store. “Non sono un ladro!”, dice.

In lacrime al 'Live' Marco Carta nega di essere colpevole del furto delle magliette

Marco Carta ricostruisce quel che è accaduto venerdì 31 maggio a “Live - Non è la D’Urso”. L’ex vincitore di Amici e di Sanremo vuole chiarire la vicenda del furto di cui è stato accusato. "Ti racconto quello posso, essendoci un processo di mezzo. Sono molto molto scosso ed è difficile in un manicomio dimostrare che non sei pazzo”, spiega alla conduttrice che gli mostra una clip che ripercorre i fatti raccontati dai telegiornali in televisione, la notizia ha fatto scalpore.

 
Il cantante smentisce la versione del vigilante de La Rinascente

“Il Tg5 dice che sono stato fermato con le magliette rubate. Non è vero - afferma Marco Carta a “Live - Non è la D’Urso”, negando il furto - Io ero con una persona, una mia amica, lei è stata fermata. Quando l'allarme anti-taccheggio è suonato, ci hanno detto: ‘Seguiteci’. A un certo punto ho visto tirare fuori delle magliette dalla sua borsa. Sono rimasto sconcertato, allibito. Lei non ha detto nulla. Essendo tanto scosso, non ho ricordi lucidi di quei momenti, brutti, e dei giorni successivi. Continuavo a ripetermi: ‘Sei una brava persona’. Mi sono sempre ritenuto una persona distratta e sregolata, ora mi dico che sono una brava persona e non, come molti pensano, un ladro”.

Il 34enne sceglie l'amica Barbara D'Urso per raccontare la sua versione dei fatti

Non è lui il responsabile del furto. Marco carta in tv si dice totalmente estraneo al fatto, dando così tutta la responsabilità dell’accaduto a Fabiana Muscas, la donna che era con lui. Il suo racconto prosegue: “La polizia ci ha detto: ‘Dovete seguirci, ci potrebbe essere un arresto’. Li abbiamo seguiti, ma separatamente, in due diverse macchine della polizia. Ci hanno portato dentro una cella, separati. Io continuavo a fare avanti e indietro, mi sentivo un animale in gabbia. Non potevo chiamare il mio fidanzato, la mia famiglia. Mi hanno detto che non potevo sentire nessuno se non un avvocato. Però io volevo chiamare prima casa, non mi interessava chiamare l’avvocato".

L'artista scoppia inevitabilmente in lacrime: arriva il crollo in tv

Marco Carta non riesce a credere di essere il protagonista di questa vicenda. “Sono rimasto lì fino alle 5 del mattino, una donna ufficiale mi ha detto: ‘Guarda che ci sarà un processo, poi tornerai a casa’. Si vedeva che ero scioccato, ero fuori di me, non perché facessi chissà cosa ma perché fissavo il vuoto. La donna ha chiamato il mio fidanzato, poi mi hanno riportato a casa. Non mi ricordo il termine ma diciamo che ero agli arresti domiciliari. Alle 8 sono venuti a prendermi e mi hanno portato al processo. C'eravamo tutti e due, sia io che lei”, ricorda ancora.

Marco ha letto troppe cattiverie sui social: molti sono stati spietati

L’artista smentisce la testimonianza del vigilante che afferma di averlo visto entrare in camerino con le magliette incriminate e uscirne poco dopo senza le t-shirt in mano. Marco, che andrà a processo per il furto il prossimo 20 settembre, dice che si sbaglia: “Proprio sulla base di quella testimonianza, il magistrato non ha convalidato l'arresto. Le telecamere le abbiamo chieste noi, e diranno la verità. Non è vero che sono uscito dal camerino senza magliette, sono uscito con tante magliette. Non so dire perché ha detto così"

Marco Carta ripercorre i fatti, poi arriva il crollo in tv e le lacrime: sta male, soprattutto per le malignità arrivate via social: “Non è vero che Carta è stato rinviato a giudizio, ho scelto la direttissima. Ho chiesto al giudice di fissare il processo il prima possibile. Non sono preoccupato, il fatto è che ho avuto la stupidità di aprire i social e leggere le cattiverie che mi hanno scritto: mi hanno detto 'meriteresti la pena di morte, di stare con i pedofili'. Odio piangere in pubblico. Sono preoccupato per la mia famiglia. Che camminino a testa alta, io non l'ho fatto. Quando mi riconosceranno innocente, mi resterà comunque il brutto ricordo e il giudizio della gente”.

Si dice scosso e affranto soprattutto dopo la cattiveria espressa nei suoi confronti da alcuni sui social

Barbara D’Urso gli asciuga il volto e lo consola. Gli chiede anche di chiarire sul viaggio in Grecia. Sottolinea che lei stessa era stata avvertita dal cantante, non c’è stata alcuna fuga, era una partenza fissata da tempo: “Sono andato in Grecia per un addio al nubilato, non sono scappato e la data era già fissata”. Poi, parlando della paparazzata di Chi che lo vede in intimità con il fidanzato Sirio a Mykonos, sottolinea: “Questa è una paparazzata, mi spiace perché ho sempre tutelato il mio fidanzato. Lo amo tanto”. Vuole pensare positivo. Annuncia l’uscita del suo nuovo album e si augura pure di passare una bella estate, ma non sarà facile con tutto il clamore suscitato dal furto.