Nichi Vendola racconta le nozze con Eddy: 'Un matrimonio piuttosto last minute e low cost'

Nichi Vendola racconta a Vanity Fair i particolari delle nozze con il compagno Eddy Testa, progettista grafico con cui convive dal 2004, celebrate in gran segreto lo scorso 26 novembre a Rivalta. "Un matrimonio piuttosto last minute e low cost", sottolinea il 59enne, ex deputato, ex presidente della Puglia e fondatore di Sinistra Italiana.

Nichi Vendola il 26 novembre ha sposato a Rivalta il compagno Eddy Testa

"Volevamo evitare gli agguati dei paparazzi. Abbiamo preparato le carte in pochissimi giorni. E abbiamo scelto Rivalta, un paese in provincia di Torino, il cui sindaco è un mio buon amico e compagno di partito. Sapevamo sarebbe stato discreto", sottolinea Nichi Vendola parlando delle nozze con Eddy.

Il 59enne a 'Vanity Fair' svela i particolari delle nozze

Quelle con Eddy sono state nozze per pochi intimi. "L’abbiamo detto a otto persone, quattro coppie di amici in tutto, con appena cinque giorni di anticipo. Ai nostri familiari l’abbiamo annunciato qualche ora prima", spiega Nichi Vendola. I testimoni? "Erano il mio migliore amico e quello di Eddy, con le rispettive compagne: un canadese, un pugliese, una canadese di origine turco-armena e una cinese. Evviva la globalizzazione".

Dopo la cerimonia civile, gli sposi hanno offerto un pranzo agli ospiti e passeggiato nel centro di Torino. Poi la luna di miele: "Una microluna di tre giorni, tra Alba, Isola d’Asti e altri comuni piemontesi. Poi, siamo tornati a Roma, dove abbiamo ristrutturato il nostro appartamento nel centro storico, trasformando il mio studio nella stanza per Tobia".

Al centro della vita della coppia c'è Tobia, il figlio di 21 mesi

Tobia, il figlio di 21 mesi della coppia, è al centro dell'esistenza. "Ho scoperto una forma inedita, assoluta, radicale di amore e sono rimasto sedotto dalla bellezza e dai segreti della vita neonatale. Un’esperienza difficile da raccontare - svela Nichi Vendola - Ho imparato, giorno dopo giorno, una nuova lingua. Vedo un bambino che si addestra a vedere, che poco a poco mette a fuoco il mondo. Prima sente soltanto, poi intuisce le forme, poi un bel giorno capisci che ti sta mettendo gli occhi addosso. Prima non parla, emette qualche suono, poi cominci a decifrare quei suoni e lui arricchisce il suo pentagramma. Mi sfida a capirlo, a entrare nel suo alfabeto. E' l’esperienza emotivamente più totalizzante che abbia mai vissuto".