Omar Pedrini: 'Ho deciso di mostrare la cicatrice'

Omar Pedrini, poco più di un mese fa, mentre si trovava in tour con il suo nuovo album, "Che ci vado a fare a Londra", ha avuto un malore durante un concerto a Roma. Dopo i dovuti controlli, è stato necessario un nuovo intervento al cuore, 45 giorni di ospedale e poi, finalmente, il ritorno sul palco, quello di Rolling Stone e del brand di orologi e gioielli Police, che lo hanno scelto come ospite per il lancio della nuova collezione. Al suo fianco sempre la moglie Veronica, che non lo lascia mai, sostenendolo e incoraggiandolo. Per l'occasione Omar Pedrini ha indossato una camicia a fiori, lasciando scoperta la cicatrice sul petto: "Non sapevo come vestirmi, in realtà - ha dichiarato il cantante intervistato da Vanity Fair - poi ho pensato di farla vedere bene, la cicatrice. Tempo fa ho letto che Tony Curtis, in seguito a un'operazione al cuore, iniziò ad andare in giro sempre con la camicia aperta. E' un modo per dire agli altri: eccola qua, è grossa, ma ho la fortuna di poterlo dire da un palcoscenico. Spero che possa essere un messaggio positivo".

Omar Pedrini, tornato sul palco del Rolling Stone dopo l'intervento al cuore, ha deciso di indossare un camiica aperta per mostrare la cicatrice sul petto

Alla domanda se considera la cicatrice una sorta di trofeo di guerra, Omar Pedrini ha risposto: "E' buffo che lei lo dica. Mi chiamano Guerriero, i miei amici e i miei fan, per via di una canzone di 21 anni fa, del periodo dei Timoria. E io così mi sento. E' una mia caratteristica, poi ormai alle botte della vita ci sono abituato. Questa è la terza operazione che subisco al cuore, ho imparato a convivere con la cosa, a esorcizzarla. Mia madre è morta di questo, anni fa. Io per adesso l'ho sempre scampata". Di fronte a questo problema di salute, l'ex di Elenoire Casalegno ha un atteggiamento da combattente: "Per prima cosa non ho mai cercato la compassione e la pena degli altri - ha dichiarato - e poi ne parlo, ne canto, ho questa fortuna. Sono reduce da un'operazione immensa, fantascientifica. Spero, con un altro piccolo intervento che dovrei fare tra un annetto, di risolvere il problema. Affrontare questa operazione era molto rischioso, quindi rimandavo, poi il destino ha voluto che fossi costretto a farlo. Quando mi hanno detto che ero peggiorato moltissimo avevo appena scritto una canzone, 'Veronica', dedicata a quella che sarebbe diventata mia moglie. I medici dicevano di andare negli Stati Uniti, ma non avevo abbastanza soldi per farmi operare là, poi ho trovato a Bologna uno staff incredibile, che ha fatto il miracolo. Posso dire che sono alla mia terza volta".

Omar Pedrini insieme al suo manager, Andrea Dulio, detto l'avvocato, come scrive lo stesso cantante sulla sua pagina Facebook
Oma Pedrini sta affrontando la sua malattia con lo spirtio del guerriero, fra un anno dovrà subire un altro intervento

"Sono dieci anni - ha continuato Omar - che so di avere dei problemi all'apparato cardiaco ed è un anno che so di essere, o meglio spero di essere stato, grave. Nonostante questo ho fatto una tournée, scherzandoci anche su, perché penso che ognuno abbia i suoi dolori. E ognuno li vede sempre più grandi di quelli degli altri. Sia che si tratti di una separazione, di un lutto, oppure una malattia. Non credo di avere l'esclusiva sul dolore, anzi, io me la sono cavata. In ospedale mi dicevo 'Omar, tu hai il 70% di possibilità di farcela, c'è gente a cui dicono che ha solo l'1%'. Lo dicevano anche i Rem, in una canzone bellissima: 'Everybody Hurts', ecco, per me questo dice tutto". Pedrini, infine, si è raccontato anche come padre, è un Babbo Rock: "Assolutamente - ha detto - Non conosco il grigio: per me esistono solo il bianco e il nero. Ho fatto un figlio a 25 anni, Pablo, che è un ribelle di nome e di fatto, poi un'altra a 47, Emma Daria. Quando ho saputo dell'aggravarsi della malattia la bambina aveva sei mesi, ho guardato sua mamma e ho detto 'ora noi ci andiamo a sposare'. A farmi da testimone c'era mio figlio. Per altri tre mesi però volevo ancora essere sposato alla musica, e sono partito in tournée. Erano quaranta date, mi sono sentito male alla trentottesima".