Paola Barale perde la causa contro i paparazzi e si sfoga su Instagram

L'estase scorsa erano state pubblicate delle foto nelle quali Paola Barale appariva in topless nella sua abitazione di Ibiza. In queste foto c'era anche un abbraccio tra lei e lo storico compagno Raz Degan ma ad indignare la showgirl era stata la pubblicazione di immagini che la ritraessero nuda senza la sua autorizzazione e in un luogo privato. Per questo motivo, la 51enne aveva deciso di agire per vie legali e la decisione presa dai giudici non è stata da lei condivisa. Per questo motivo ha deciso di sfogarsi su Instagram.

Paola Barale aveva denunciato i paparazzi che l'avevano fotografata ma non c'è stata condanna

"Oggi sono qui per parlarvi di qualcosa che mi fa male. Non so se ve lo ricordate, ma l’anno scorso sono stata paparazzata a casa mia a seno nudo, in un mio momento privato e non in topless, e per quanto mi riguarda c’è una bella differenza. Bene, ieri per la terza volta è arrivata l’umiliazione (era già stata chiesta l’archiviazione, ho fatto appello e ieri la bella notizia) perché secondo la legge italiana o meglio a detta delle 2 giudici donne che hanno seguito il caso e hanno deciso che il reato non esiste", con queste parole l'ex compagna di Raz Degan ha iniziato il suo sfogo social.

La Barale ha proseguito spiegando la sua posizione e il motivo delle sue critiche: "Sono indignata ed offesa perché non mi sento tutelata come essere umano e come donna e, come ho già detto più’ volte, in un momento così delicato per l’universo femminile che sta vivendo un periodo tragico dove tutti i giorni si urla e si chiede rispetto e più tutela".

La Barale era anche stata fotografata mentre abbracciava l'ex compagno Raz Degan

"Questo è’ un affronto è una delinquenza legittimata, un reato. In quel momento io ero Paola a casa mia, appena sveglia... non c’era nulla di pubblico", ha proseguito l'attrice. La Barale ha concluso il suo lungo post dichiarando di accettare la decisione presa ma di non condividerla affatto: "Accetto, mio malgrado la giustizia, se così si può chiamare, e la sconfitta, ma c’è una cosa a cui non rinuncio:la dignità".