Paola Caruso atterrita dal suo futuro lavorativo, attacca il governo: 'Non lavoro da tre mesi’

Paola Caruso è atterrita dal suo futuro lavorativo. Sulle pagine di Nuovo attacca il governo. “Non lavoro da tre mesi, nessuno si preoccupa di noi artisti”, sottolinea nel suo sfogo. La showgirl pensa al figlio Michelino, a cui vorrebbe regalare una vita bellissima, che possa garantirgli il meglio.

Paola Caruso atterrita dal suo futuro lavorativo, attacca il governo: 'Non lavoro da tre mesi, nessuno si preoccupa di noi artisti'

La pandemia e tutto quel che ne consegue ha messo a rischio il suo lavoro in tv. Paola Caruso ha paura, è preoccupata per il suo futuro professionale. “Non lavoro da tre mesi e non so quando potrò tornare a farlo. Di noi artisti nessuno si preoccupa perché ci vedono come una classe privilegiata e spesso dicono che non facciamo niente”, spiega al settimanale la bionda 35enne.

Poi aggiunge: “Dovrebbero ricordarsi che oltre chi compare in video ci sono anche centinaia di persone che lavorano dietro le quinte, per la realizzazione di un programma televisivo o di uno spettacolo teatrale”. Infine amara l’ex Bonas di “Avanti un altro” conclude: “Purtroppo pensano solo ai calciatori, che hanno avuto il coraggio di lamentarsi per la riduzione dei loro stipendi milionari. E’ assurdo!”.

Pensa al figlio Michelino, vorrebbe regalargli una vita bellissima

Parlando del figlio, avuto dall’imprenditore Francesco Caserta il 2 marzo 2019, la Caruso dice: “Cosa mi preoccupa di più? Il futuro di mio figlio. Cammina da poco e avrebbe bisogno di correre e di giocare insieme ad altri bambini, invece tutto ciò che sino a ieri sembrava normale oggi non è più possibile e chissà quando tornerà ad esserlo. E poi il mio pensiero va alle mie due mamme che vivono in Calabria e che non vedo da mesi. Festeggiare il primo compleanno di Michele senza le sue nonne è stata una ferita al cuore che non si è ancora rimarginata”.

E chiarisce ancora: “Per me è straziante pensare che non possano trascorrere il tempo con il loro nipotino. Avrei potuto fare una fuga per raggiungere le mia mamme prima del lockdown come hanno fatto in tanti ma non me la sono sentita sia per un senso di responsabilità nei confronti delle persone che amo, sia perché non mi sarebbe sembrato corretto per il mio profondo senso civico”.