A poche ore dalla morte di Paolo Rossi, scomparso a 64 anni a causa di un tumore ai polmoni, la moglie Federica Cappelletti, devastata dal dolore, racconta la malattia del marito e le sue ultime ore. Era convinto di potercela fare, non è stato così purtroppo. “Sembrava una cosa risolvibile, poi…”, sussurra la 48enne, giornalista e scrittrice, nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera.
“Era ricoverato nel reparto di neurochirurgia e accanto aveva il primario Giuseppe Oliveri, lo stesso medico che ha operato Alex Zanardi, una persona speciale”, racconta Federica. “Tutto era iniziato un anno fa, improvvisamente, durante un viaggio alle Maldive dove avevamo deciso di rinnovare il nostro amore e di sposarci per la seconda volta, dopo la cerimonia nuziale del 2010 in Campidoglio a Roma. Sono stati giorni straordinari. Tornati in Italia, la diagnosi. Ma sembrava una cosa assolutamente risolvibile. Poi sono arrivati altri problemi”, rivela la donna.
E continua: “Mio marito si è rotto il femore, è stato operato alla schiena. E' stata una terribile escalation. Nella nostra casa di Bucine, in provincia di Arezzo, abbiamo cercato di superare i problemi e lui sembrava più forte di prima. Quindi l’ultimo ricovero al Policlinico Le Scotte: aveva il tutore, liquido nei polmoni, ma niente avrebbe potuto farci pensare a un epilogo così improvviso, nessuno in famiglia se lo aspettava, né io né le mie bambine”.
La morte è arrivata inattesa, agghiacciante. Poco prima della fine la Cappelletti ha fatto una promessa a Paolo: “‘Sappi che io crescerò le nostre bambine e sarò vicina al tuo primo figlio Alessandro’, che in quel momento era accanto a me. Poi gli ho detto di portarsi via tutto il mio amore e quello dei figli e di cercare di stare bene, di essere felice per sempre. Ci siamo amati ogni giorno, siamo stati sempre vicini”.
Paolo Rossi le aveva ribadito il suo amore in un ultimo messaggio, l’aveva ringraziata per tutto quel che stava facendo per la loro famiglia. Era certo di potercela fare, così non è stato Federica Cappelletti ha dovuto dare la straziante notizia alle sue due figlie, Maria Vittoria, 11 anni, e Sofia Elena, 8: “Hanno pianto, ma sono bambine forti come il loro padre”.
Lei e Paolo si erano conosciuti nel 2003 alla presentazione di un libro sulla Juve che la Cappelletti aveva scritto con altri colleghi: “Mi sono innamorata subito del suo sorriso, della sua generosità, della intelligenza con cui riusciva a vedere le cose. Con Paolo ogni momento è stato bello, e non è retorica. Anche questi giorni in ospedale lo vedevo sempre bello, il campione di sempre. Affrontava le cure con coraggio, la riabilitazione con volontà. Certo, il morale andava giù a volte, ma io ho sempre cercato di spingerlo a continuare a combattere. Era la partita della nostra vita, il nostro fatidico Mondiale. Ma stavolta non l’abbiamo vinto”.
Il funerale del campione del mondo 1982 con l’Italia sarà a Vicenza: “Dove ha iniziato la carriera da campione. Dopo la cerimonia sarà cremato e l’urna starà sempre accanto a me”.