Radja Nainggolan: 'Le donne, difficile dire di no. Mia moglie? Devi negare, non sono un angelo’. E sui gay…

Radja Nainggolan, centrocampista della Roma, è un fiume in piena nel Gert Late Night, un talk show in onda su un canale televisivo fiammingo. Il belga ammette la sua debolezza con le donne che gli girano intorno. Con la moglie nega, lo dice senza problemi perché, sottolinea, “è difficile dire di no”. Il calciatore poi parla anche dei gay nel mondo del calcio: “Esistono, ma non lo dicono perché si vergognano”.

Radja Nainggolan ammette i tradimenti: cede alle donne e con la moglie nega. Il calciatore parla pure dell'omosessualità nel mondo del pallone

“Tutte le donne mi vogliono, è vero, è un pensiero che mi sbattono in faccia. A volte è difficile dire di no. Mia moglie? Devi negare fino alla morte, certe cose non puoi certo renderle pubbliche. Se fai una passeggiata o vai ad una festa e improvvisamente vieni circondato da cinque donne che cosa fai? Insomma, non sono certo un angelo, la cosa importante però è non far uscire mai nulla…”, sottolinea Radja Nainggolan, senza filtri, schietto, anche troppo, come sempre.

Sposato con Claudia Lai dal 2 maggio 2011, Radja Nainggolan dalla moglie ha avuto il 30 gennaio 2012 Aysha. Il 30enne non è un angelo, lo dice lui stesso, cede al fascino delle tante donne che ha intorno proprio perchè uno degli ‘dei’ del pallone.

Il centrocampista della Roma è sposato con Claudia Lai dal maggio 2011

Professionista in campo, fuori ama vivere come se fosse il suo giorno più bello. La condotta non è certo immacolata, ma i tifosi lo adorano perché con la squadra dà tutto se stesso. Radja, il Ninja, come lo chiamano nella Capitale, poi parla dei gay che nel mondo del calcio non sono accettati. “I gay nel calcio ci sono, solo che non dicono di esserlo, si vergognano. Ammetterlo vorrebbe dire ‘essere morti’. Chi ammettesse di essere gay non sarebbe poi più a suo agio all’interno dello spogliatoio, perché il calcio è noto per l’abbinamento con le belle donne”.

Di sè dice:  “Per me conta ciò che faccio in campo e non lo stile di vita. Anche perché se volessi essere un esempio per i più giovani, a quest’ora farei l’insegnante o l’educatore. Per me invece la cosa importante è vincere. Se dovessi smettere con il calcio oggi, uscirei sicuramente da questo mondo. Non voglio fare l’ allenatore, per esempio. Voglio solo uscirne e non fare sostanzialmente niente”.