Raoul Bova: 'Poteri mediatici mi hanno trattato come un delinquente'

Raoul Bova con un lungo post sul suo profilo sul social rompe il silenzio a pochi giorni dalla sentenza emessa dal giudice monocratico del Tribunale di Roma che lo ha condannato, in primo grado, a un anno e sei mesi di reclusione per un reato di natura fiscale, con l’accusa di "dichiarazione fraudolenta mediante artifici". Il suo è lo sfogo durissimo di chi si è sentito trattato dai poteri mediatici come un 'delinquente comune'. L'attore 45enne ritiene che la sua dignità sia stata calpestata.

Raoul Bova rompe il silenzio e sul social, con un post, dice la sua sulla condanna

"Il silenzio, in alcuni casi, suona come una condanna ed è per questo che voglio precisare alcuni fatti. E' da anni che subisco continui controlli, sequestri preventivi, interrogatori e richieste di pagamento da parte dell'Agenzia delle Entrate, risultate e giudicate poi infondate. Preciso che ho sempre pagato il dovuto e non sono stato condannato per evasione fiscale (nè per altri reati), ma sono stato condannato in primo grado semplicemente a causa di un contratto che ho stipulato con la mia società di produzione che curava e gestiva, in assoluta trasparenza, la mia immagine: contratto lecito e utilizzato da moltissimi protagonisti del mondo dello spettacolo in Italia e all'estero", chierisce Raoul Bova.

Tutto quel che è seguito non gli è piaciuto. Sentirsi esposto mediaticamente come fosse un 'delinquente' lo ha fortemente danneggiato e gli ha fatto male. 
"Il Tribunale penale di Roma ha ritenuto tale contratto, suggerito e gestito dal mio commercialista dell'epoca, illecito, mentre altri Giudici, quelli Tributari di Roma, lo hanno considerato a tutti gli effetti lecito e valido. Sono colpevole solo di non essermi laureato in Economia e Commercio e di non essere stato in grado di gestirmi da solo la contabilità. Mi sono affidato ad un professionista che ha operato, per quanto nelle mie conoscenze, in completa trasparenza. Vedremo quello che succederà nei prossimi gradi di giudizio. Spero che i giudici dell'Appello restituiranno spazio alla certezza del diritto", continua l'artista. 

L'attore si è sentito trattato dai poteri mediaciti come 'un delinquente comune' e la sua dignità è stata calpestata

Poi Raoul Bova sottolinea con amarezza: "Così come spero che la mia dignità, ingiustamente trascurata e addirittura calpestata, ritorni ad avere il rispetto che merita anche da parte dei poteri mediatici, che mi hanno trattato come fossi un delinquente comune e un truffatore fiscale, coinvolgendo nel disonore la mia famiglia e provocando la rottura di miei importanti contratti pubblicitari".

Per l’accusa, Raoul Bova avrebbe trasferito alcuni costi alla società che gestisce la sua immagine, la Sammarco Srl, ottenendo sgravi fiscali e pagando aliquote più basse rispetto al dovuto, eludendo al fisco 680 mila euro, nel periodo compreso tra il 2005 e il 2011. L'attore, assistito dall'avvocato Giulia Bongiorno, è fiducioso che la verità venga fuori.

"Malgrado tutto ho fiducia nella giustizia e attendo che i miei diritti e la mia immagine vengano ripristinati da una giusta sentenza nel rispetto dei tempi e delle regole. Non smetterò di Vivere nel rispetto delle regole e del prossimo non smetterò di aiutare chi ha bisogno e non me ne andrò ,anche se qualcuno lo vorrebbe da questo paese che Amo", conclude .