Sabrina Paravicini lotta contro il tumore, il commovente dialogo con il figlio Nino

Sabrina Paravicini, famosa al grande pubblico per aver interpretato Jessica Bozzi nelle prima quattro stagioni della serie televisiva “Un medico in famiglia”, continua la sua lotta estenuante contro il tumore al seno. Sul social si mostra con il foulard sulla testa, ha perso i capelli a causa della chemioterapia. E’ con suo figlio Nino, affetto dalla Sindrome di Asperger, un disturbo dello sviluppo legato allo spettro autistico. L’attrice pubblica un commovente dialogo con il suo piccolo uomo nato nel 2005.

Sabrina Paravicini lotta contro il tumore, il commovente dialogo il figlio Nino

Le terapie per avere la meglio sul cancro la tengono lontana dal suo bimbo, Sabrina Paravicini lo sente in ogni momento. La loro conversazione è toccante: entrambi esprimono la sofferenza causata dallo stare lontani. Nel collage di scatti condivisi la 49enne è abbracciata a Nino: i due hanno un rapporto meraviglioso. “Mi manchi”, gli dice lei. “Anche tu mamma”, sottolinea il bambino. “Manca poco e ci vediamo, appena finisco la terapia”, gli fa sapere Sabrina rassicurandolo. Nino poi aggiunge: “Posso dirti una cosa mamma? Grazie del tuo sostegno”. Le è grato. “Fino qui tutto bene”, dice la Paravicini alla fine del post.

L'attrice si mostra con il foulard sulla testa: ha perso i capelli a causa della chemio

Sabrina Paravicini non si arrende al tumore. In questi giorni è persino impegnata a raccontare il suo difficile percorso degli ultimi mesi in un documentario scritto di suo pugno dal titolo “B33”. In passato ha ne ha girato un altro, “BeKind”, in cui raccontava la sindrome di Asperger da cui è affetto suo figlio. “Abbiamo la responsabilità di quello che ci accade, possiamo decidere di farne quello che vogliamo. Quando mi hanno detto che avevo un tumore maligno la prima cosa che ho pensato è stata che non era possibile, la seconda cosa che ho pensato è stata: meglio a me che a chiunque altro della mia famiglia. Sapevo che potevo sopportarlo, affrontarlo. La terza cosa è stata che dovevo capire il senso di quel male. E il senso era la trasformazione, consegnare agli altri un’esperienza. E allora ho deciso subito di girare il documentario su questa esperienza", ha spiegato sempre sul social.

E ha sottolineato: “Ci sono i momenti duri, i capelli che mi rimanevano in mano, la testa nuda, le notti insonni in cui non respiravo più e altri momenti insieme a Nino più dolci, alcuni anche divertenti, ci sono persone che ho incontrato, qualche compagno di chemio e ci sono io in bilico tra paura e coraggio, come tutti noi nelle nostre vite“.