Selvaggia Lucarelli: 'Mi sono bucata per quattro anni, la mia droga era una relazione'

Selvaggia Lucarelli torna a parlare degli anni difficili, quelli in cui si era incatenata suo malgrado a un ‘amore tossico’. Racconta la sua relazione sbagliata in un podcast, “Proprio a me”, dedicato alle dipendenze affettive. “Mi sono bucata per quattro anni. Non mi infilavo una siringa nel braccio perché la mia droga non era una sostanza, era una relazione”, confessa la giornalista e scrittrice.

Selvaggia Lucarelli: 'Mi sono bucata per quattro, la mia droga era una relazione'

Per quattro anni questo sentimento malsano le ha rubato la vita, gli spazi, l’amore per il figlio. Selvaggia Lucarelli ripercorre la sua esperienza sbagliata per aiutare altre donne. “Molti confondono gli amori infelici con le dipendenze affettive. Io volevo che chi ha attraversato quello che ho vissuto io si riconoscesse: non è infelicità, è malattia”, spiega al Corriere della Sera.

“Questa vicenda si è chiusa molti anni fa: ai tempi mi ero appena separata dal mio ex marito, il padre di mio figlio. Ne avevo già accennato nei miei libri”, sottolinea.  E aggiunge: “Poi è successo che davanti a un caffè Daria Bignardi, con la quale ci passiamo il testimone nelle Mattine di Radio Capital, mi chiedesse perché fossi a Milano. Ero arrivata per amore, risposi, e poi ero rimasta per guarire da quell’amore. Guarire non è un verbo consueto, abbinato all’amore. Lei era stupita che potesse essere capitato a una come me. Ne riparlammo in tivù a 'L’assedio' e per me è stata una liberazione. Lì ho provato il desiderio di condividere questa esperienza”.

La 46enne è rimasta segnata da quegli anni ‘neri’. “Il mio rimpianto più grande è di avere perso con mio figlio almeno tre anni, perché forse l’ultimo è stato un po’ più di guarigione. Mi sono persa tre anni di maternità felice. Non che non abbia dato priorità a mio figlio: non ho mai pensato di lasciarlo al padre e di non prendermene cura. Ma non ho dato priorità alla sua felicità. Quando sei vittima di una dipendenza la priorità è avere la dose”, svela.

Racconta la sua esperienza drammatica in un podcast dedicato alle dipendenze affettive, il fidanzato quando l'ha ascoltato ha pianto

“Quando sono guarita ho cercato spasmodicamente di recuperare e ne ho fatto quasi il mio fidanzato, forse eccedendo nel senso opposto. Dopo abbiamo fatto tante cose belle insieme - dice ancora parlando del figlio - Era molto piccolo e buona parte di quel passaggio della nostra vita l’ha dimenticato. Si ricorda alcuni episodi e il senso di infelicità. Però vuole sentire il podcast”.

Il fidanzato Lorenzo Biagiarelli, dopo aver sentito il podcast, ha pianto: “Era molto scosso”. Selvaggia ora è guarita, ma non è stato facile. “Ho avuto la mia parte di responsabilità, lui si è infilato in una serie di mie pieghe e lati irrisolti. E’ stato un incontro sfortunato e io ho amplificato in questa relazione tutte le mie problematiche”, precisa ancora.

Le amiche possono poco quando una donna accetta un ‘amore tossico’: “In queste vicende purtroppo hanno un ruolo disperato. Ti vedono governata da una cosa su cui non hai alcun controllo e non possono fare niente. Diventi inaffidabile, non fai nulla per salvarti e loro si stancano di soccorrerti perché capiscono che se non ti salvi da sola non ti salverà nessuno”.

Per uscirne ha lavorato su se stessa: “Ho fatto molta psicoanalisi fai-da-te. Oggi non dico 'meno male che è accaduto' perché il prezzo è stato altissimo. Ma se non avessi avuto uno choc emotivo così violento non avrei potuto vedere i miei limiti nella sfera sentimentale e non li avrei potuti risolvere”. Ora alle donne dice: “Al contrario mio, di farsi aiutare. E non dall’amica che ti sgrida, ma da psicologhe che curano le dipendenze affettive”. E’ importante salvarsi e lasciarsi queste storie alle spalle.