Silvio Muccino: 'Carla Vangelista capro espiatorio, Gabriele non la conosce'

Il 26 febbraio esce il suo film, da regista e protagonista, "Le Leggi del Desiderio". Silvio Muccino vestirà i panni di un life coach, personaggio ispirato ad Anthony Robbins, un vero motivatore, che ha conosciuto grazie a Carla Vangelista, la donna che più volte il fratello Gabriele Muccino ha accusato per aver, a suo dire, plagiato il fratello, con cui non ha rapporti da ben sette anni. L'attore 32enne invece difende la scrittrice a spada tratta. Per lui è diventata il caprio espiatorio, ma Gabriele non la conosce. Tutto questo è assurdo.
Silvio Muccino si è sfilato, come dice lui, la maschera da Peter Pan per crescere e cambiare. In questi quattro anni si è evoluto. "Ho detto no a lavori che mi avrebbero riportato su strade già battute. E mi sono permesso il lusso di conoscermi, ho dato la precedenza alla vita. Nel cinema spesso la vita resta in panchina, perché insegui set dopo set, hai il panico del vuoto. Invece, silenzio, immobilità e invisibilità sono stati i miei grandi alleati: mi hanno permesso di capire chi sono, che cosa voglio", ha spiegato Silvio Muccino a Vanity Fair.

Silvio Muccino difende Carla Vangelista dall'accuse di suo fratello Gabriele: 'E' diventata il capro espiatorio'

Lo ha fatto solo. Nessuna relazione da molti mesi. "Non ho una relazione da parecchi mesi. Ma non sono un latin lover usa e getta da una notte e basta. Mi piace costruire rapporti, mantenerli anche dopo. In questi anni però ho preso in mano cose che dovevo elaborare da solo, stare in coppia non era la mia priorità. Ora mi sento più consapevole, e più fragile". Nel suo processo di elaborazione gioco forza è entrato anche il rapporto con Gabriele e non solo. "Mi riferisco a tutti quei motivi che mi hanno spinto a operare scelte radicali nella mia vita. Lui ha reso pubbliche queste cose e la vetrina in cui mi ha messo non ha reso la situazione più facile. Il silenzio è stato il mio modo di proteggermi". Certo, potrebbe pure sbagliare... "Il dubbio viene spesso, ti assale nel momento in cui, per la difficoltà di accettare quel dolore, tu chiudi gli occhi, vorresti far finta di niente, perché non guardare è più comodo. Ma c’è uno stadio superato il quale diventa impossibile non vedere. E allora i dubbi scemano, come quando impari a leggere: prima devi mettere una lettera insieme all’altra, balbetti, ma poi – quando hai imparato – non puoi non leggere. Certo, arrivare lì è un lungo percorso".

L'attore e regista in una scena di 'Le Leggi del Desiderio', dal 26 febbraio al cinema

La famiglia di Silvio Muccino conosce i problemi e sa perché c'è stata questa rottura: "Certo, sarebbe impensabile altrimenti. Se non bastassero le parole, ci sono le mail, i messaggi. Prima del silenzio, c’è stato un lunghissimo scambio. Quando non si vuole accettare una realtà scomoda, la si cancella e si cerca un colpevole esterno. Io ho sempre rispettato, anche dolorosamente, le dichiarazioni violente con cui venivo di continuo chiamato in piazza, sui giornali, sui blog. Mi faceva orrore, è stato tutto così poco civile, ma per ora mi sono astenuto. Una cosa vorrei dirla, però. C’è una persona, Carla Vangelista, che ha avuto la sfortuna di incontrarmi in un momento in cui stavo prendendo consapevolezza di certe cose: solo per questo – mio fratello non la conosce, l’ha vista a malapena una volta – è diventata il capro espiatorio. E' stata una violenza enorme su una donna, le hanno dato un’etichetta infamante senza un riscontro. E' stata, mi spiace dirlo, una caccia alle streghe".

La rottura con il fratello maggiore e il resto della famiglia continua...

Silvio Muccino difende Carla Vangelista, diventata il capro espiatorio di tutto. Gabriele, come ha sottolineato, non la conosce. Sono altri i motivi, mai chiariti del tutto. Eppure da bambino lui ha fatto da collante alla sua famiglia: "Responsabilità eccessiva per un bambino. Dice un proverbio ebraico: “Quando arriverai dall’altra parte non ti chiederanno perché non sei stato Mosè, ma perché non sei stato te stesso”. E' il cuore del film, ciò che in questi anni ho cercato per me. Ho molta più consapevolezza e comprensione per me stesso. Quando ti capisci finalmente ti perdoni, e se ti perdoni senza più la spada del giudizio che incombe su di te, capisci meglio". Prima non si voleva bene, invece: "Vivevo nel caos, anche con le donne ero molto caotico, poco rispettoso. Avevo poco più di vent’anni e mi facevo bevute, serate, ubriacate". Oggi ha imparato che bisogna accettare anche le fragilità. Non si può essere supereroi: "E ho scoperto che è molto più fico essere macchiato".