Simone Annichiarico: "Sono rimasto solo"

In tv conduce "Italia's Got Talent" insieme a Belen Rodriguez. Nella vita è rimasto solo, Simone Annichiarico, figlio del compiato Walter Chiari, ha perso anche la madre, l'attrice Alida Chelli, lo scorso 14 dicembre.

"Ora che mia madre è morta - ha dichiarato il conduttore 42enne a DiPiù - non ho nessuno, a parte uno zio e un cugino, lontani. Non ho neanche una fidanzata; Il Natale l'ho passato con amici, perché la mia casa è vuota ore che mamma non c'è più". "Tutti i giornali - ha proseguito Simone - hanno scritto che è scomparsa dopo una lunga malattia, ma è una cavolata". "Mia madre - ha spiegato - si era ammalata nel 2000 per un tumore. Si era sottoposta a un primo intervento e le avevano rimosso una massa. Poi, nel 2003, il male è tornato: l'hanno operata di nuovo e le hanno messo due sacchetti attaccati alla pancia perché aveva problemi all'intestino e alle parti intime. Ha dovuto subire queste due operazioni pesantissime. Vivere con due sacchetti di plastica attaccati alla pancia non è facile, ve lo assicuro. Questo accadeva nel 2003, chiudendo tre anni con due interventi. Da lì sono passati quasi dieci anni e il male, in realtà, non si è più ripresentato. Lei non è morta di cancro. E' morta perché queste operazioni hanno lasciato conseguenze pesanti sul suo fisico. Negli ultimi anni ci sono state varie complicazioni, le hanno dovuto ridurre l'intestino perché, dentro, la flora batterica era compromessa. Una volta aveva un'insufficienza renale, un'altra volta un blocco intestinale, e poi la glicemia che faceva su e giù e il potassio era sempre basso. Un disastro. Anche perché lei era una pessima paziente". "Nel senso che lei non seguiva minimamente quello che le dicevano di fare i medici - ha rivelato Annichiarico - Ha continuato a mangiare e a bere tutto quello che voleva, senza stare a sentire nessuno. Tutti i giorni le dicevo: 'Mamma, non puoi mangiare questo, ti fa male'. E lei: 'Non rompermi le scatole, perché, se mi rimangono pochi anni di vita, voglio passarli come dico io'. Faceva sempre questo piccolo ricatto e tu non potevi dire nulla perché nessuno può sapere come è vivere con quei due sacchetti attaccati alla pancia, e allora è difficile imporsi. Soprattutto - ha continuato Simone - con una donna come mia madre che aveva la testa dura, di marmo. Lei era così anche prima del male: non riusciva a convincerla neanche mio padre, Walter Chiari, che era l'uomo più convincente del mondo, il più grande venditore che ci fosse. Ma neanche lui è mai riuscito a farle fare qualcosa. Mia madre aveva una grande grinta, ma era anche fragilissima, aveva mille insicurezze, era timida, spaventata. Di base era buona, buonissima, e molto sensibile. Amava gli animali: in casa aveva ventiquattro gatti". "Dal 1991 - ha aggiunto il presentatore - quando si era ritirata dal mondo dello spettacolo, gli animali erano rimasti il centro della sua vita: era diventata un po' misantropa, si fidava più dei gatti che degli uomini (...)".

E dal 1991 Alida Chelli, quando aveva solo 48 anni, non ha più voluto essere sotto i riflettori: "Si era stufata - ha spiegato il figlio - aveva capito che il mondo, soprattutto quello dello spettacolo, stava cambiando e non le piaceva ciò che stava diventando. Lei aveva fatto l'attrice perché aveva il fuoco sacro della recitazione. Ma ormai le persone scelgono una carriera artistica perché attratte dalla fama. A mamma della fama interessava poco. Poteva permettersi di non lavorare più e così ha fatto. Anche con gli uomini è andata così: nel 1991 si è chiusa la sua ultima storia e ha detto basta. Io le chiesi perché avesse deciso così, e lei mi aveva risposto: 'Simone, gli uomini sono tutti uguali: cambiano le facce, le espressioni, ma in fondo sono sempre gli stessi'. Si era stufata anche di loro".

Tra gli amori della madre pure Pippo Baudo e Annichiarico ha detto che il presentatore è rimasto uno dei suoi migliori amici. Poi ha raccontato degli ultimi momenti vissuti accanto ad Alida: "(...) Tre giorni prima che morisse, sono tornato a casa dalla Sardegna la mattina presto: 'Oh, che bello sei tornato'. Ma sbiascicava, non parlava bene. Ho capito che avrebbe dovuto tornare in ospedale, come già un mese prima, Il pomeriggio l'abbiamo portata al Sant'Eugenio, i valori si sono abbassati tutti e ha cominciato ad andare sempre peggio. Dopo due giorni, è morta. Se n'è andata così. Io non ero accanto a lei quando ha chiuso gli occhi, alle dieci e mezzo di sera. Stavo lavorando, girando su un tra per 'La valigia dei sogni' di La7, quando ho ricevuto la telefonata. Se chiudo gli occhi, mi sembra di vederla nel suo letto di ospedale che si fa portare dagli amici i maritozzi con la panna. Sì, i maritozzi! Durante il ricovero di un mese prima della sua scomparsa, la trovai in camera con una vaschetta piena di panna fresca e le brioche. 'Mamma sti con le flebo, la parenterale attaccata, e ti mangi i maritozzi!', mi arrabbiai. E lei: 'Ma lasciami almeno questo!'. Sempre così rispondeva: 'Lasciami almeno questo!'. In fondo, se c'è una cosa positiva dei miei genitori che mi rende felice, è che hanno vissuto come volevano, pagando in prima persona per i loro errori. Nessuno ha pagato per loro: sono morti giovani, papà a sessantasette anni, mamma a sessantanove, ma hanno avuto due vite come volevano, Due vite belle, piene, vere".