Sylvie Lubamba a Pomeriggio 5 dopo il carcere: 'Ecco come rubavo'

Sylvie Lubamba dopo il carcere torna in tv. La showgirl di origini congolesi a Pomeriggio 5, ospite di Barbara D'Urso, racconta: "Ecco come rubavo".

Sylvie Lubamba torna in tv, a 'Pomeriggio 5', dopo quasi 3 anni e mezzo di carcere

Dopo quasi tre anni e mezzo di carcere, Sylvie Lubamba si siede nel salotto di Pomeriggio 5. Ha perso dieci chili ed è finalmente fuori grazie alla sua buona condotta. "Ecco come rubavo", spiega.
E' stata rilasciata dopo aver scontato la pena per uso indebito di carte di credito. Dal 2002 al 2004 ha prelevato denaro da conti correnti attraverso i numeri della carte “Quanto ho rubato? Non mi sono mai informata, c’è chi dice 60mila e chi dice 35mila", precisa Sylvie Lubamba.

Nel salotto di Barbara D'Urso racconta come rubava i soldi dalle carte di credito altrui

"Si parla di sedici anni fa, adesso non si può fare più. Venivo invitata ad esempio a una festa in un locale e poi al tavolo con gente facoltosa, che nella maggior parte dei casi non conoscevo. Si beveva champagne e quando il titolare del tavolo pagava spesso dimenticava di mettere in tasca lo scontrino. Allora a fine serata lo prendevo io, lo accartocciavo e lo nascondevo nel reggiseno. Poi in camera usavo i numeri delle carte di credito e le scadenze. Negli scontrini c'era tutto...", svela.

Sylvie Lubamba in cella ha scoperto la fede. Dopo il carcere in televisione racconta: "Ecco come rubavo". Poi confessa pure cosa faceva con il denaro: "Prenotavo viaggi aerei, alberghi, vacanze e acquisti internet per i quali non c'era bisogno di strisciata... La prima volta ho offerto una vacanza a tutta la mia famiglia. Sono stati due anni di follia".

In cella ha scoperto la fede

"In realtà sono stata condannata a 7 anni e 2 mesi, ne ho scontati di meno grazie alla buona condotta...", sottolinea a Pomeriggio 5. E sui progetti per il futuro, confessa: "Mi piacerebbe tornare a lavorare nel mondo dello spettacolo. Chissà se qualcuno avrà il coraggio di darmi una nuova opportunità e di credere in me dopo tre anni di carcere“.