Valentino mondiale tra bambole gonfiabili e polli

Valentino ce l'ha fatta. Di nuovo, ancora, come se non fosse mai abbastanza. Ventiquattro anni, quinto titolo mondiale, terzo consecutivo nella classe regina, portato a casa grazie a una superba vittoria nel GP della Malesia. Ora può guardare tutti dall'alto, senza timori, senza reverenze. Lui ci è abituato, Valentino Rossi, una faccia da discolo, un'attitudine allo scherzo, al guaio come forse nessun atleta conformista può vantare. Celeberrime e indimenticabili le sue sortite dopo una vittoria, travestito da carcerato, con la parrucca, in moto in compagnia di una bambola gonfiabile, o ancora la gag del pollo Osvaldo a Barcellona, del 'pit-stop' in un improvvisato bagno lungo il circuito di Jerez o del completo verde-oro brasiliano sfoggiato in occasione della vittoria di Rio del 2002.

Valentino Rossi è l'emblema del motociclista capelli al vento, anche se sulla sua testa di capelli non ce ne sono mai stati troppi. Ma d'altra parte cosa si può dire a uno che con i suoi metodi curiosi ha portato a casa tutto? Niente: chi vince ha sempre ragione. Lui poi con la stoffa del fenomeno ci era nato, già quando otto stagioni fa debuttò nel mondo del motociclismo, con la scia di un padre, Graziano, che era stato uno dei più stravaganti e forti piloti del Motomondiale negli anni '70. L'ultima gara, a guardarlo, è sembrata quasi facile: "All'inizio, però, è stato tosto mantenere la concentrazione e dimenticare il titolo", racconta lui stesso a caldo, "Giro dopo giro, però, ho iniziato a prendere più confidenza e quando sono arrivato alle spalle di Gibernau, sapevo di poter fare un ritmo migliore del suo". I campioni sanno sempre tutto, soprattutto con un titolo tra le mani e negli occhi l'alba di un sogno che tarderà ancora molto ad arrivare. Al collo l'onere di una medaglia pesantissima, nel cuore la consapevolezza di essere tra i mostri sacri delle due ruote: "Ciascuno di questi cinque mondiali ha un gusto particolare - dichiara tronfio il campione -. Rispetto all'anno scorso, questo mi dà forse più soddisfazione, perché c'erano tantissimi piloti forti, molte moto competitive e il livello era piuttosto alto. Ho iniziato bene, poi sono stato un po' sfortunato, come a Le Mans, e in altre occasioni ho commesso qualche errore. Insomma, nella parte centrale ho avuto una flessione, ma sia io sia la squadra abbiamo continuato a lavorare bene: sono sempre salito sul podio e ho lottato praticamente in ogni gara per la vittoria. Credo proprio che il titolo ce lo siamo meritati".

Questo nessuno lo mette in dubbio, non c'è un titolo di giornale che getti ombra su una vittoria totale, perfetta. Allora ci pensa lui, Valentino, a spargere peperoncino su una torta di melassa immacolata: "Ora vorrei correre nelle quattroruote con la Ferrari, voglio trovare nuovi stimoli, tutto questo non mi basta più". Montezemolo, raccoglie, carica e risponde: "Se ci fossero le condizioni, penso che ne varrebbe la pena. Così lui si toglie qualunque scrupolo", precisando comunque che sarebbe un test "senza impegno da parte di nessuno". Valentino e motori uguale gioie. Punto.

Foto: A. Pugliese © Gossip.it