Claudio Santamaria: 'Nel 2001 in un buco nero'

Claudio Santamaria è felice del successo del suo ultimo film, "Lo chiamavano Jeeg Robot". Il 41enne è candidato al David di Donatello come miglior attore per la pellicola di Gabriele Mainetti. Questo è un periodo sereno, nel 2001, invece, tutto era molto diverso. Il romano lo ha svelato al Corriere della Sera. Claudio Santamaria era caduto in un buco nero.

Claudio santamaria nel 2001 ha avuto un periodo buio: ne è venuto fuori pian, piano

Era entrato in un tenebroso buco nero. "Nessun fattore scatenante, ma sentivo qualcosa esplodermi dentro", ha spiegato al quotidiano. Da quel buco nero Claudio Santamaria è riuscito a venir fuori: "Un passo alla volta, guardando alla realtà dei fatti. Non puoi scappare troppo a lungo: più rimandi, più il colpo si fa duro".
Da quel momento ha preso maggior consapevolezza di sé. "Dopo quel periodo di buio mi sono reso conto dell’utilità che il mio ruolo poteva avere. Pensavo che chiunque potesse fare questo lavoro, ma ho capito che non è così. Ricordo quando eravamo su un set e il regista chiese a una comparsa di spazzare il pavimento. Fingeva, si muoveva in modo impacciato, ripetemmo la scena decine di volte... Se anche un gesto tanto naturale rischiava di apparire forzato, forse recitare non è poi così automatico", ha raccontato al giornale.

L'attore 41enne è candidato ai David di Donatello come miglior attore per 'Lo chiamavano Jeeg Robot'

Claudio Santamaria nei film interpreta anche personaggi violenti. ha una figlia di otto anni, Emma, a lei filtra il mondo per farglielo credere più bello, ma racconta comunque la verità: "Quando hanno preso il terrorista Abdeslam Salah ha letto la notizia su un giornale e mi ha chiesto se era tutto finito. Ho dovuto dirle che non era così... E' difficile spiegarle quello che succede: l’istinto è quello di proteggerla, ma cerco anche di farle capire che esistono persone molto cattive. Posso preservarla dal voyeurismo, dalla speculazione della notizia, ma è giusto che sappia. Voglio instillare in lei semi di verità".
Ha le idee chiare sul legame che vorrebbe con una donna: "Perché un rapporto funzioni serve complicità: fisica, emotiva e di testa". Si riconosce nella definizione di 'sex symbol': "Nel senso che vivo il sesso in maniera libera. Mi danno del tenebroso, ma sono solare". E' "un cacciatore passivo": "Aspetto gli eventi e credo nel colpo di fulmine: quando scatta qualcosa, mi muovo". Le donne per Claudio hanno molto: "Intuito, sensibilità... Ma penso che in tutti noi ci sia un lato maschile e uno femminile. L’essere umano è complesso e credo che ognuno dovrebbe seguire il proprio sviluppo naturale, senza forzature. Non sono uno di quei genitori che impongono alle femmine di giocare con le bambole, ai maschi con le macchinine. Mia figlia è ancora piccola, ma cerco comunque di assecondare le sue inclinazioni. Di intervenire solo se osservo comportamenti poco rispettosi di se stessa o degli altri".