- Il figlio di Alessandro e Sabina Knaflitz nella fiction di Rai1 interpreterà il famoso cantautore romano
- Il 25enne rivela che quando ha accettato la parte il padre gli ha “dato del pazzo”
Leo Gassmann, cantautore, debutta davanti alla macchina da presa, protagonista di Califano, biopic in onda su Rai1 l’11 febbraio. A 7 rivela l’incredibile e dolorosa trasformazione nei panni di Franco Califano. “Ho perso 6 chili in 3 settimane”, confessa.
La musica rimane il suo primo amore, ma recitare gli piace. Il figlio di Alessandro Gassmann e Sabina Knaflitz, 25 anni, nipote di Vittorio Gassmann, sente di averla nel sangue. Si è preparato molto per vestire il ruolo del mitico Califfo, anche fisicamente.
“Ho lavorato con una costumista straordinaria: Franco era alto sette centimetri più di me quindi lei voleva che il mio corpo fosse più asciutto per sembrare più slanciato. Sono stato da un dietologo, ho perso sei chili in tre settimane. Mi sono allenato sei giorni a settimana con un personal trainer: mi svegliavo alle cinque e andavo a correre, mi costruivo all’alba. Poi ho messo dei tacchi di legno di 8-9 centimetri, la notte avevo i crampi alle gambe e quella è l’unica cosa che non mi manca”, racconta Leo all’inserto settimanale del Corriere della Sera.
Gassmann ha riscoperto le sue radici, l’infanzia l’ha trascorsa tra i teatri. Il papà, però, quando ha saputo che era stato scelto per la parte, è rimasto di stucco: “Mio padre quando ha saputo di questo ruolo mi ha detto ‘tu sei un pazzo’. Io ero agitato, gli ho detto ‘dammi dei consigli’ e lui mi fa ‘sei un pazzo, esordire con un progetto del genere è una cosa complicatissima’. Mia madre mi ha detto ‘so che sei un attore straordinario, andrai benissimo’. Papà più correttamente cercava di prepararmi alla difficoltà del ruolo”.
In molti gli sottolineano che ricorda molto il nonno, Leo ne è felice. Quando gli viene chiesto in cosa crede di essere simile a lui, risponde: “Mi dicono avesse la capacità di aggregare le persone, di farsi notare entrando in un luogo. Certo, lui era più alto di me, con le spalle più grandi, aveva presenza scenica ed energia ed era un uomo di cultura. Però io penso di avere tanti difetti, ma anche la capacità di portare grande entusiasmo e ciò mi dà la possibilità di essere notato. Credo sia questa la mia qualità. E forse anche la generosità, come lui, che difficilmente poteva essere odiato. Spero un giorno di poter essere ricordato come mio nonno, una brava persona che ha fatto di tutto per migliorare lo spazio intorno a sé”.
Il ragazzo sa i suoi difetti: “Sicuramente non mi piace perdere, sia ai giochi da tavolo che nella vita. Ho spesso momenti di grande discesa anche nelle parti più basse dell’umore, ma sono sbalzi che fortunatamente riesco a controllare. A volte sono permaloso e poi... fatico a innamorarmi”. E aggiunge: “Innamorarsi oggi è difficile, il mondo va molto veloce e c’è meno poesia: esiste intorno a noi, ma va rispolverata”.
Alla sua età non pensa al matrimonio, Leo sui figli dice: “Forse a 35 anni si potrebbe iniziare a considerarli. Le cose vanno fatte a step. Mio padre mi ha avuto a 34 anni, c’è tempo. Non voglio essere un padre troppo giovane né troppo vecchio. Cercherò di emulare i miei genitori”.