Martina Colombari: "Nel mio libro più nuda che su un calendario"

Martina Colombari ieri ha illuminato la quinta edizione di Capalbio Libri, la manifestazione dedicata ai libri, ideata e diretta da Andrea Zagami. L'ex Miss Italia, che si è rivelata una persona molto disponibile e alla mano, ha presentato la sua autobiografia, "La vita è una", edita da Rizzoli.

Quali sono le motivazioni che hanno spinto la Colombari a mettere nero su bianco la sua vita? "Ero stufa di essere additata come la Martina Colombari - ha risposto l'attrice - come se fossi diventata un brand. Ero un po' la ciliegina sulla torta ma avevo la sensazione che la gente non mi ascoltasse". Martina, nonostante la lunga carriera e questo libro dove fa il punto della situazione, ha però affermato: "Non ritengo di essere arrivata avendo scritto una biografia a 36 anni. Ma scrivendola mi sono accorta che, in 20 anni di carriera, ce ne erano di cose da raccontare. Quando Rizzoli - ha proseguito la Colombari - mi ha offerto di fare questo libro sono salita sul treno. Tutto quello che mi è capitato nella mia vita, mi è capitato per caso".

In "La vita è una", Martina si svela come non ha mai fatto: "Mi sono semplicemente raccontata - ha spiegato - e ne sono uscita molto più nuda e trasparente che in alcuni miei calendari". Ma la Colombari non parla solo di sé in questa autobiografia, metà del libro è dedicato ad Haiti, un Paese che sta molto a cuore all' ex Miss Italia e dove è andata come volontaria: "Ci sono voluta andare perché non mi bastava raccontarlo a distanza. Haiti è un posto fantastico, gli haitiani hanno una gran voglia di vita, Haiti la vivo come una cosa mia, un angolo personale. Perché fino a lì? Perché finché sono qui trovo sempre qualcos'altro da fare. Diciamo che andare ad Haiti è un regalo che mi sono fatta". Ma non è sempre facile comunicare agli altri determinate realtà: "All'inizio cercavo di parlarne con chiunque ma di fronte al dolore non tutti hanno la stessa capacità di ascoltare. Nello stesso tempo, sono obbligata a raccontare questa sofferenza, perché non ci si dimentichi di Haiti".