Pino Insegno mecenate per Ivano De Mattei all'Ultimo Stadio

Il cappello di lana in testa, tipico di Ivano De Matteo, giovane regista, bravo, deciso. Intorno, gli amici di sempre, gente normale, sconosciuta e persone di passaggio.

C'è una sorta di festa in atto, una festa per andare contro il sistema tutto commerciale che costringe i film ad essere tolti dalle sale per l'incalzare del "blockbuster" medio americano che deve essere distribuito a tutti costi, contro ogni regola, contro ogni scelta.

E il suo film, il suo "Ultimo Stadio", era stato tolto dai cinema, in ottemperanza a determinate leggi di mercato. Via dai cinema, via dalle sale, e tutto il lavoro svolto, la fatica, il sudore, i sogni, spariti come per effetto dell'alba su un sogno. Finalmente si celebra invece la seconda uscita, la seconda nascita, come un ritorno alla vita: "Ultimo stadio" è tornato sugli schermi, più precisamente quello del Cinema Pasquino a Roma.

Tra gli ospiti della festa, moltissimi attori conosciuti: Valerio Mastandrea, ad esempio, antidivo che sorseggia insieme ai colleghi qualche bibita colorata, mentre parte il concerto della stessa band che ha preso parte alle riprese del film, curandone ovviamente la colonna sonora. Mi dicono che il giorno della seconda uscita del film, lui stesso abbia pensato al catering per i giornalisti; lui stesso abbia attaccato il manifesto in alto, sotto l'insegna del cinema.

E mi racconta: "Mi ha aiutato un amico di sempre in tutto questo. Un amico e una persona che condivide con me la passione per il Biancoceleste della Lazio: Pino Insegno che mi ha dato i soldi perché il mio film potesse uscire una seconda volta".

Rimbomba la musica, tutti si divertono e lui tra una canzone e l'altra racconta come se fosse un rapper, la voglia di far valere (e vedere) le proprie idee, sfogandosi, lanciando una serie di "basta" a chi con il cinema non c'entra nulla. Una festa dedicata a tutti colore che sono stufi di come vengono considerati i film italiani. Una festa ben riuscita. Gli amici, attori e non, ringraziano.