Ha conteso fino all’ultimo la statuetta come miglior attrice non protagonista per il film 'Chicago' alla collega sul set Catherine Zeta Jones, che l’ha battuta sul filo di lana. Ma ha voluto raccontare a tutti come possa esser difficile, a volte, raggiungere quello che ai più può sembrare una vita normale. Queen Latifah sullo schermo è stata un’istituzione nel carcere femminile in cui erano rinchiuse la Jones e Renée Zellweger, ma dietro le sbarre ha rischiato di finirci davvero, e per due motivi non da poco. A 16 si prostituì a un uomo che poteva avere l’età del padre, per meno di cinquanta dollari. Veniva da una famiglia povera, e aveva un disperato bisogno di soldi. Così, per lo stesso motivo, non si tirò indietro quando un ceffo del quartiere in cui viveva le offrì un 'lavoretto' part time. Fu così che si ritrovò a vendere crack ai suoi coetanei, all’uscita da scuola. Aveva solo 17 anni, ma aveva già capito che la vita non era certo una passeggiata, in particolar modo per chi veniva dai bassifondi.
Tutto questo però ha avuto un significato: ''Solo uno stupido non impara dai propri errori. Ho vissuto nel fango, e non ho nessuna intenzione di ritornarci.''
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