Rosy, la moglie di Bruno Arena: 'Fisicamente sta bene'

La moglie di Bruno Arena, Rosy Marrone, ospite di Paola Perego a "Domenica In", ha parlato delle condizioni di salute del marito. 

Rosy Arena ha scritto un libro, 'Domani ti porto al mare', per ripercorrere i due anni di malattia del marito

Nel gennaio del 2013, Bruno Arena dei Fichi d'India è stato colpito da un'emorragia cerebrale subito dopo aver dato vita a uno sketch, insieme al collega Max Cavallari, sul palco di Zelig. E' rimasto in coma per 21 giorni poi una lunghissima riabilitazione. La moglie Rosy, per ripercorrere questi due lunghi anni, ha scritto un libro, "Domani ti porto al mare". La donna ha esordito raccontando come ha conosciuto Bruno Arena: "Facevo la cameriera in un piano bar in cui lui si esibiva. Mi chiese di uscire. Ma io uscivo da una storia difficile e gli dissi di no. Ci rimase male, mi dispiaceva, era tanto gentile e allora gli dissi che magari una mattina potevo andare a vedere una partita della squadra che allenava. Mi mandò a quel paese e se ne andò".  Una reazione che colpì molto Rosy e fu lei così a cercarlo e a telefonargli. Dopo soli 15 giorni, arrivò la proposta di matrimonio e da 26 anni sono felicemente sposati.

La moglie di Bruno Arena intervistata da Paola Perego durante Domenica In

La moglie di Bruno Arena ha poi ripercorso quel maledetto 17 gennaio 2013: "Dal mattino avevo avuto una sensazione strana. C'era questo alone di tristezza, Bruno era preoccupato per la registrazione, io lo avevo incoraggiato. Verso le otto mi chiama dicendomi che era agitatissimo: 'Ho litigato con un autore', mi disse. Io lo tranquillizzai, ma se fossi stata con lui, magari avrei potuto capire, aiutarlo". A dare a Rosy la notizia del malore del marito Max Cavallari: "Quando mi ha detto che non si era sentito bene, io ho capito che era grave - ha raccontato la donna - Se avesse avuto un filo di voce mi avrebbe chiamato lui". Poi la corsa verso Milano: "Ricordo che fissavo la mezzeria e pregavo di arrivare in tempo. Quando sono arrivata, c'era un sacco di gente. Mi sembravano tutte sagome immobili, solo mio figlio si stagliò da questa immobilità e venne da me. La dottoressa mi disse una serie di 'purtroppo'. Tutto per dirmi che non c'era più niente da fare. Quando l'ho visto non ho più avuto paura perché ero con lui". Ha pregato la Madonna di Medjugoje la signora Rosy nella sala d'aspetto dell'ospedale: "Le ho chiesto di proteggere Bruno e lo ha fatto". Ha poi raccontato che Bruno fisicamente sta bene. Per quanto riguarda la riabilitazione, invece, c'è ancora molto da fare: "Da poco è tornato a sorridere e anche a piangere. Ed è un bene. Mi preoccupava che fosse impassibile di fronte alla situazione. E' importantissimo che le emozioni si siano sbloccate", ha aggiunto.