Filippo Bisciglia: 'Ho sofferto del morbo di Perthes’

Filippo Bisciglia rivela il suo dramma, vissuto da bambino: ha sofferto del morbo di Perthes, lo svela a Uomini e Donne Magazine.

Filippo Bisciglia: 'Ho sofferto del morbo di Perthes’
Filippo Bisciglia da bambino ha sofferto del morbo di Perthes

“Quando ero piccolo ero affetto dal morbo di Perthes. Non fu un periodo bellissimo della mia vita - racconta Filippo Bisciglia al settimanale - E’ una malattia che causa una decalcificazione dell’anca e ti costringe a non camminare. Per un anno e mezzo, dai due anni in poi, non ho potuto muovere le gambe. Mi sentivo a disagio: una di quelle sensazioni che ti resta dentro per tutta la vita”.

Immobilizzato dal morbo di Perthes, Filippo Bisciglia si è sottoposto a cure sperimentali: “Mia madre si affidò al Dottor Milella che stava sperimentando una nuova cura, molto più lunga, ma che mi avrebbe permesso di non rinunciare alle mia gambe. Grazie a lui sono diventato il primo bambino ad aver sconfitto il morbo di Perthes in questo modo. Fino all’inizio dell’adolescenza sono stato costretto ad andare tutte le settimane a fare i controlli”.

Filippo Bisciglia ricorda pochissimo di quel momento doloroso della sua esistenza: “Mia madre buttò tutte le foto che mi ritraevano dai due ai cinque anni. Di quel periodo non ricordo nulla, solo il viso di questo dottore e un grande neo che aveva vicino al naso”.

L’ex gieffino è convinto di tornare al timone di Temptation Island. “E’ mio! Lo farò anche con il bastone e la dentiera”, dice. E su Maria De Filippi che glielo ha affidato sin dalla prima edizione rivela: “Maria non dà consigli, ma se hai bisogno di una mano ti spiega con pazienta tutto quello che c'è da fare. Ricordo ancora quando il primo anno, per la prima puntata, avevo studiato per ore tutto quello che avrei dovuto dire ai ragazzi. Mezz'ora prima di iniziare Maria mi convocò e mi disse che c'erano dei cambiamenti da apportare nella giornata di registrazione. Mi prese un colpo. Ero nel pallone. Con la sua solita tranquillità cercò di farmi capire i cambiamenti, facendomi uno schema su un pezzo di carta. Conservo ancora quel foglietto in camera”.