E' stato stroncato da un infarto lo scorso gennaio, inaspettatamente. A pranzo nella sua casa, si è accasciato a terra e non c'è stato nulla da fare.
Giuliano Sangiorgi, leader dei Negramaro, racconta a Vanity Fair il dolore per la perdita del papà Gianfranco, appena 62enne.
"Quando è morto mio padre, mi sono reso conto quanto gli assomigliassi. Non solo lui aveva la passione per la musica, ma scriveva anche. Mi sono messo a leggere tutte le sue carte, le sue lettere, i suoi appunti, le sue cose segrete. Mi sono accorto di quanto fossi diventato lui, ormai. O forse lo sono sempre stato. E l’ho capito dopo trent’anni che se faccio quello che faccio, lo faccio perché lo faceva lui e non mi aveva chiesto di farlo", ha spiegato il cantante 34enne.
"Negli ultimi due anni ci siamo avvicinati molto. Stando spesso lontano, la distanza mi ha aiutato a mettere a fuoco i miei genitori. Mia madre è giovane, 57 anni e non riesco a vederla coma la moglie di mio padre che non c’è più. Con mio padre, invece, cercavo di capirlo senza giudicarlo - ha aggiunto Giuliano - Il giorno che è morto io c’ero. Eravamo tutti a pranzo dai miei. Ci sono sempre delle cose che non riesci a dire. Sai quanto vorrei raccontargli di ieri sera? Per tre settimane ho pianto di continuo, poi ho smesso del tutto. Se mi sono rialzato è perché mi sono ricordato che mio papà diceva sempre di non voler sopravvivere a se stesso".
E' andato avanti, senza dimenticare, impossibile farlo. La sua musica, quella del suo gruppo, racconta gli stati d'animo, controversi, profondi, come la raccolta uscita da poco, "Una storia semplice", album che contiene ventiquattro vecchi successi dei Negramaro e sei nuovi brani inediti.