Famoso al grande pubblico come il Lele Martini di "Un medico in famiglia", Giulio Scarpati è anche un affermato attore di teatro e, di recente, si è cimentato pure nella scrittura con il libro "Ti ricordi la casa rossa?", romanzo in cui narra la storia di sua madre a cui, tre anni fa, è stato diagnosticato il morbo di Alzheimer. Giulio, ospite su La7 di Daria Bignardi a "Le invasioni barbariche", ha parlato della mamma Flavia, che ha quasi 90 anni, e l'ha descritta come una donna precisa, attenta e autoritaria: "Era quella che comandava in famiglia", ha spiegato.
Scarpati ha parlato dei primi momenti, dolorosi, quando si è accorto che in sua madre qualcosa non andava, fino ad oggi, che la donna non risponde più agli stimoli: "Si dimenticava le cose, ogni tanto non le uscivano le parole ed era diventata aggressivissima: si era convinta - ha dichiarato l'attore - di voler divorziare rinfacciando a mio padre presunte colpe di una vita fa. Quando il medico ci ha dato il referto con scritto 'sospetto di alzheimer', io e mio padre non l'abbiamo detto subito a mamma. Quando l'ha saputo, negava. Diceva che non era possibile. Sono passati tre anni da quando gli è stata diagnosticata la malattia e ora non risponde più, non so quanto sia cosciente di ciò che le accade intorno. Io ogni tanto le metto le cuffie per farle sentire la musica lirica o quella napoletana che lei amava tanto, essendo nata a Napoli. la cosa più dolorosa per me è vedere così una persona che è sempre stata iperattiva. Noi spesso consideriamo l'anziano come una prigione, una cosa che in qualche modo va nascosta. Io non la penso così, anzi".
Giulio ha anche rivelato che sua madre avrebbe voluto che entrasse politica, ma, confessa, "sono felice di non aver seguito questo suo consiglio". Poi ha raccontato come la mamma seguisse il suo lavoro d'attore con le dovute distinzioni: "Non mi guardava molto quando facevo tv - ha sottolineato Scarpati - preferiva venire a vedermi a teatro. Ci capivano con uno sguardo, riuscivo a capire cosa pensasse semplicemente dando un'occhiata al modo in cui inarcava le sopracciglia. Anche quando le presentavo una ragazza con cui mi ero fidanzato...".