Lei è una milanista sfegatata, ma divide la sua vita e una figlia, Paola, con Paolo Carta, chitarrista romanista, nato nella capitale da mamma napoletana e papà sardo: "Il mio cuore è rossonero e avere in casa tutte bandiere e cuori giallorossi è un problema... Non dimentichiamoci che Paolo ha anche altri tre figli, di cui uno pure calciatore...", dice ironicamente Laura Pausini.
La popstar, intervistata da Giuseppe Di Piazza per Il Corriere della Sera, racconta i suoi splendidi ventuno anni di carriera sempre al top, ma non solo.
"Quello che ho è una cosa più grande del sogno, perché il mio sogno si fermava veramente solo al piano bar - spiega Laura - Ho cominciato a cantare a 8 anni con mio padre in un ristorante di Bologna. Sapevo le difficoltà nel far diventare la passione del canto in una professione vera e propria. Immagina cosa posso pensare ogni mattina quando mi sveglio e penso che non solo faccio la cantante, ma faccio la cantante dei miei brani, viaggiando nella mia terra, sentendo moltissimo affetto, anche quando vado all'estero. E' una cosa molto grande, però non è paragonabile a mia figlia".
La Pausini, acclamata in tutto il mondo, si sente profondamente italiana: "E sono una di quelle che, pur essendo preoccupata della situazione politica e sociale di oggi, comunque è orgogliosa del suo Paese. Non vado via, no. Pago le tasse in Italia, tutte, troppe, e rimango qui perché sono italiana, non riesco ad andare a vivere fuori. Certo che mi 'rompe' anche a me dover pagare tutte 'ste tasse...".
Ci sono molte cose dell'Italia che, però, non approva. "Non mi piace che ci siano tantissime persone che decidano per il resto degli italiani in una maniera troppo egoistica", sottolinea la Pausini. Su Matteo Renzi, nuovo premier, afferma: "Mi piace che ci sia un presidente giovane. Non so cosa accadrà adesso. E' chiaro che tutto questo sballottamento che abbiamo avuto negli ultimi anni ha destabilizzato noi e anche come ci vedono da fuori. E' brutto e pericoloso". E non si riferisce solo al 'Paese del Bunga Bunga': "Il paese di mille altre cose. Ormai di Bunga Bunga ce ne sono tremila, vedi anche in Francia... A me non frega niente di sapere con chi 'ciula' il mio presidente, mi interessa di più che quando lavora faccia quel che ha detto. O che ci sia un gruppo più ristretto di persone che lavorino per un obiettivo: di riportare l'Italia a quello che ha, non a quello che dovrebbe avere".
Poi il suo augurio: "Spero che Renzi, ora che ha questa possibilità di dimostrarlo, lo riesca a fare".