Dopo 400 giorni di carcere e 50 chili in meno, Lele Mora, che ora preferisce farsi chiamare Gabriele, ha fatto la sua prima apparizione pubblica in uno studio televisivo. E' tornato sul piccolo schermo l'ex manager dei vip, ospite di Silvia Toffanin a "Verissimo".
Il carcere, ha raccontato, gli fa paura più della morte e spera di non doverci tornare. Un'esperienza traumatica quella vissuta che però gli ha fatto riprendere in mano la sua vita e apprezzare le cose davvero importanti. Si commuove Lele quando parla di quanto gli siano stati vicini i suoi figli, Mirko e Diana, e di quanto lui negli anni li abbia trascurati a causa del lavoro. I momenti più belli dietro le sbarre erano proprio quelli delle visite. Quelli più brutti quando i suoi ragazzi se ne andavano e lui tornava nella sua cella buia in isolamento. Proprio dopo uno di questi incontri, percependo la sofferenza delle persone a lui più care, Mora, lo scorso Natale, ha tentato il suicidio: "Ho aspettato il cambio della guardia. Ho tolto dei cerotti da una lampada rotta e me li sono messi sul naso e sulla bocca - ha raccontato - Mi sono infilato sotto le lenzuola. Era circa mezzogiorno e mi sono svegliato alle 5 del pomeriggio". A salvarlo un agente, quello che gli portava la posta, allarmato dal fatto che Mora non rispondesse. "Avevo voglia di smettere tutto. Non vedevo la fine di questo percorso", ha spiegato. Ribadendo di aver perso la testa in quel momento e di credere, al contrario, all'importanza della vita.
Si trovava in un reparto duro Mora, vicino di cella di Olindo Romano (autore insieme alla moglie Rosa Bazzi della strage di Erba). Un ambiente difficile, ma alla fine è arrivata la scarcerazione lo scorso primo agosto. Ad abbracciarlo, oltre ai familiari, Elenoire Casalegno, Ornella Muti e Sabrina Ferilli. Molte persone l'hanno abbandonato, tante altre gli sono state vicine. Ma Gabriele ha affermato: "Una volta non perdonavo, oggi perdono tutto". E tra qualche anno, quando avrà scontato la sua pena (che spera di poter far nella comunità di Don Mazzi dove comunque già presta servizio di volontariato occupandosi dell'orto), si augura di poter tornare a fare il suo lavoro di manager, ma dietro le quinte. Perché, ha raccontato, è stato proprio quel suo diventare personaggio che l'ha fatto sbagliare, portandolo alla distruzione della sua carriera. Soprattutto, ha ribadito, tornerebbe a curare persone capaci e con del talento.
Prosciolto dal caso Vallettopli, sta aspettando il verdetto per il caso Ruby: è accusato di induzione e favoreggiamento della prostituzione. Si è detto sereno Mora, perché non ha mai commesso nulla del genere e perché crede nella giustizia.