Nessuno poteva prevederlo, l'attacco cardiaco è arrivato improvviso e se l'è portato via. E' morto Manuel De Sica, fratello di Christian De Sica. Aveva solo 65 anni ma l'infarto gli è stato fatale.
Manuel De Sica è morto a Roma, città in cui viveva. Il lutto per Christian De Sica e il resto della sua famiglia è arrivato inaspettato. Il compositore era nato nella Capitale il 24 febbraio del 1949, figlio di Vittorio De Sica e Maria Mercader. Era molto conosciuto nel mondo della musica e aveva realizzato colonne sonore indimenticabili.
Manuel De Sica era entrato nel mondo delle sette note a venti anni. Aveva frequentato il Conservatorio di Santa Cecilia, sempre a Roma, e le sue prime composizioni da camera erano state pubblicate dalla Casa Ricordi. Nel corso della sua vita si era dedicato anche alla musica sinfonica e, come compositore, aveva lavorato a stretto contatto con Dino e Marco Risi, Carlo Verdone, Carlo Vanzina, Luigi Comencini e Claude Chabrol. Nel suo immenso curriculum, la colonna sonora per "Il giardino dei Finzi-Contini", diretto dal padre Vittorio, per la quale aveva ricevuto anche una nomination all'Oscar. Tanti i premi conquistati, tra cui il Globo d'oro per "Ladri di saponette" di Maurizio Nichetti, il Nastro d'argento per "Al lupo, al lupo" di Carlo Verdone e il David di Donatello per "Celluloide" di Carlo Lizzani.
Manuel De Sica, morto a causa di un infarto, oltre al fratello Christian De Sica, lascia il figlio Andrea, avuto dalla prima moglie Tilde Corsi, e la seconda moglie Maria Lucia Langella. La sua ultima apparizione in pubblico, davanti ai riflettori, c'era stata a inizio novembre scorso, quando Manuel era arrivato con il fratello, la moglie e il resto della famiglia al prestigioso Premio De Sica, organizzato in onore del padre nel Salone Pietro da Cortona del Palazzo Barberini a Roma. I premi erano stati consegnati alla presenza del Ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini e del presidente dell'Accademia del Cinema Italiano Gian Luigi Rondi. Ora che è morto rimane solo il dolore di una perdita immensa, un lutto incolmabile per un infarto che l'ha spento.