Matteo Salvini dice addio alla Nutella. Il capo della Lega lo ha fatto sapere durante un comizio elettorale. “Ho scoperto che per la Nutella usa nocciole turche, e io preferisco aiutare le aziende che usano prodotti italiani”, ha detto. Eppure questa sua frase tralascia dei particolari importanti e se dovesse scatenare un boicottaggio verso la famosa crema spalmabile della Ferrero (o anche solo una diminuzione delle vendite dovuta a qualche suo ‘fan’ pronto a seguirlo in questa scelta), potrebbe mettere a rischio il posto di lavoro di molti italiani che sono impiegati in una delle poche multinazionali tricolori rimaste, un fiore all’occhiello che arricchisce l’Italia e dà lavoro a tantissime persone nel nostro Paese.
L’ex Ministro dell’Interno, che l’estate scorsa ha fatto cadere il governo e ha chiesto di andare al voto, pensando probabilmente di poter poi governare da solo, rimanendo però bruciato da un calcolo politico piuttosto azzardato, omette infatti di spiegare il motivo per cui la Ferrero è costretta ad acquistare all’estero una parte delle nocciole usate per produrre la Nutella, una crema che viene esportata davvero in tutti i continenti. L’Italia infatti non produce nocciole a sufficienza per coprire tutto il fabbisogno.
Nel nostro paese si produce il 14% di tutte le nocciole del mondo, mentre la Ferrero assorbe da sola ben il 20% della produzione mondiale. Se non acquistasse le nocciole anche da altri Paesi, come la Turchia (che produce il 70% delle nocciole del pianeta) dovrebbe smettere di produrre una parte dei barattoli di Nutella attualmente confezionati. Questo significherebbe che dovrebbe licenziare molti dei suoi dipendenti e non potrebbe più esportare all’estero come fa ora.
Non solo, proprio per aiutare la produzione italiana, la Ferrero ha anche recentemente lanciato il Progetto Nocciola Italia, con l’obiettivo di aumentare del 30% proprio la produzione di nocciole nel nostro Paese. Insomma, con questa sua dichiarazione elettorale il capo della Lega sembrerebbe essere andato contro gli interessi dell’Italia e degli italiani. Su un argomento molto delicato e di vitale importanza come quello del lavoro, che spesso dalle nostre parti manca. E che forse non dovrebbe essere messo in pericolo in questo modo.