E' l'uomo più amato ed odiato del calcio inglese. E' il tecnico portoghese del Chelsea, arrivato alla corte del magnate russo Abramovich, dichiarando nella conferenza stampa di presentazione: "Vinciamo il campionato a mani basse". Se lo dici alla Juve, al Milan o al Manchester o al Real, il rischio di sbagliare è minimo, ma se lo dici al Chelsea, squadra che da cinquant’anni non ne vinceva uno, allora o sei un mago o sei tremendamente certo delle tue capacità.
Talmente convinto, da passare per presuntuoso. Ma una Coppa dei Campioni con il Porto, non certo una società di primissimo piano a livello europeo, e una Premier al primo colpo, significheranno pure qualcosa. Tutto questo, ma anche l'infanzia del piccolo Mourinho, fatta di un'ossessione alla tecnica e alla tattica del calcio, favorita dal papà allenatore, per il quale Josè faceva da osservatore fin da piccino, hanno indotto il cinema ad interessarsi alla vita del tecnico portoghese.
‘Mou’ si è detto onorato all'idea e avrebbe già dato l'ok alle riprese di un film interamente dedicato a lui. Ma non solo. Visto che è un allenatore, e, soprattutto, vincente, non ha potuto esimersi dal dare indicazioni e dal segnalare il cast, proprio come fa abitualmente con gli acquisti per il Chelsea. Questa volta, però, non si tratta di Crespo, Drogba o Lampard, ma addirittura di George Clooney. Il portoghese avrebbe identificato nella personalità dell'attore americano le caratteristiche giuste per rappresentarlo adeguatamente nella pellicola.
Non ci sono solo ragioni "tattiche". Questa volta, proprio Mourinho, che insieme a Capello è giudicato uno dei tecnici più duri del panorama mondiale, si fa condizionare dagli affetti: "Mia moglie l'adora, ne sarebbe entusiasta". Fuori dal campo, dunque, si può mischiare amore ed affari a quanto pare. Ed anche Mourinho ha un cuore: questa è una notizia.
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