Pupo si prende la rivincita su Barbara D'Urso

Tutto era cominciato quando Pupo, all'anagrafe Enzo Ghinazzi, intervistato da SkySport in merito al suo brano "La storia di noi due", usato dal canale sportivo per uno spot in cui alcuni giocatori, tra cui Cassano e Vucinic, apparivano prima in forma e poi imbruttiti e ingrassati, aveva detto di aver scritto la canzone nel 1981, dedicandola "a una grande donna di Mediaset che fa la conduttrice e con cui ho avuto un flirt: Barbara D'Urso. Io l'ho scritta, parole e musica, per lei, è stato un momento in cui le ho dedicato questa canzone e questa è la prima volta che lo dico, ma è così. Quando l'ho scritta Barbara era come Cassano vero, ora è Cassano finto". Le sue dichiarazioni avevano mandato su tutte le furie la conduttrice, che aveva accusato l'artista di essere inelegante e aver gravemente leso la propria reputazione e riservatezza. Non era finita lì. In un'altra intervista Pupo aveva cercato di difendersi rispondendo alla D'Urso. "Da noi in campagna è più inelegante mettersi sul trespolo a sparare giudizi snob e spocchiosi senza informarsi piuttosto che rischiare di essere fraintesi", aveva detto. E aggiunto: "Forse fra 30 anni io, abbastanza vecchietto, ma anche la D'Urso, come un Cassano e un Vucinic finti, racconteremo il nostro dolcissimo flirt e le perfette regole degli amanti".

Pupo si prende la rivincita: Barbara D'Urso l'aveva querelato, ma il tribunale gli ha dato torto

La D'Urso, ancor più imbufalita, aveva così deciso di portare Ghinazzi in tribunale, chiedendo un risarcimento di 50 mila euro. Non solo, aveva anche smentito a Vanity Fair il presunto flirt con una semplice battuta: "Sì come no, e in quel periodo stavo anche con Bombolo e Alvaro Vitali"
Ora, a distanza di tempo, dovrà leccarsi le ferite, perché il giudice della prima sezione civile del tribunale di Roma Silvia Albano ha dato ragione a Pupo, che ha vinto la causa intentata contro di lui. "La dichiarazione relativa all'esistenza di una breve relazione tra i due non può avere alcun contenuto diffamatorio o lesivo dell'onore dell'attrice perché la stessa nel medesimo contesto viene definita una grande donna tanto che ha ispirato la sua canzone d'amore. Nè può ritenersi che abbia carattere gratuitamente offensivo l'allusione al Cassano vero e al Cassano finto, trattandosi di un inoffensivo scherzoso paragone con il tema della trasmissione sportiva. La D'Urso è personaggio pubblico, Pupo non ha rivelato aspetti intimi ma solo l'esistenza di un flirt che avrebbe ispirato l'attività artistica del cantante. E riveste senz'altro interesse, per un certo pubblico, conoscere il soggetto che ha ispirato la composizione artistica", si legge nelle motivazioni della sentenza. Per il giudice Barbara ha torto, anche se ha sostenuto l'inesistenza del flirt o, fatto ancor più grave per la conduttrice, che nel 1981 aveva una relazione stabile con un altro uomo: "Circostanze che non possono essere prese in considerazione". La domanda è stata dichiarata inammissibile e rigettata. La D'Urso è stata condannata al pagamento di 4.000 euro di spese. Pupo, che in cuor suo avrà gioito, preferisce non commentare. Alla sua 'ex' ha mandato, però, gli auguri di compleanno nei giorni scorsi.