Storie, amori e punti di vista: 'Io no' nelle sale

Quattro protagonisti, quattro voci narranti, quattro destini che si incrociano, si perdono per tornare poi a ritrovarsi. Flavio (Gian Marco Tognazzi) e Francesco (Francesco Venditti) sono due fratelli estremamente diversi: separati non solo dalla differenza di età, ma anche e soprattutto da temperamenti, abitudini, gusti e stili di vita agli antipodi. D'altronde - come si sostiene nel film - "Un fratello è un estraneo che nasce prima o dopo di te", e se non fosse per il legame di sangue i due di certo non si sarebbero mai frequentati. Flavio è un gran lavoratore, serio e con i piedi per terra. Ha rilevato la guida dell'albergo di famiglia dopo la scomparsa del padre (Ricky Tognazzi) ed ha sposato Laura (Ines Sastre), dalla quale ha avuto due figlie. Francesco al contrario è la pecora nera della famiglia. Un irresponsabile, single e fannullone che avrebbe voluto fare il musicista e che ama leggere e filosofeggiare, mentre vive dei proventi delle quote dell’albergo lasciategli dal padre. Durante l'ennesimo appuntamento al buio organizzatogli dalla cognata Laura - una cena attorno alla quale, con una serie di rimandi cronologici e tramite l’alternarsi dei diversi di punti di vista dei personaggi, ruota metà del film - Francesco incontra Elisa (Miryam Catania), l’insegnante di danza delle bambine di Flavio. Da quel momento in poi nulla sarà come prima e le loro vite cambieranno per sempre, perché come dice Elisa: "Se è vero che ogni giorno non trovi quello che stavi cercando, ogni giorno trovi qualcosa che non stavi cercando". 'Io no' è una commedia che spaziando su più registri riesce a far vibrare le corde dell’anima e che con una sorta di processo di induzione parte dal sentimento familiare per approdare a quello universale. Nonostante l’eccessiva lunghezza la pellicola scorre, e tra citazioni - le riprese nel deserto ricordano molto 'Il paziente inglese' - e spunti comici raggiunge persino momenti lirici, anche grazie a delle buone prove di recitazione, in particolare quella di Gian Marco Tognazzi. Troppo impegnativo invece, specie nel finale, il ruolo di Francesco per il giovane Venditti. Realizzato con il contributo del Ministero per i Beni e le attività culturali. Pensate di perdervelo: Io no!