Arrestato Paolo Bovi, fonico dei Modà

Ha iniziato all'oratorio, insieme a Kekko, all'anagrafe Francesco Silvestre, ha fondato ed è stato tastierista e corista dei Modà. Lì è andato in scena il primo concerto della band rock melodica con cui Paolo Bovi si è esibito fino al 2005. Poi ha preferito stare dietro le quinte del gruppo, per esserne il fonico. E proprio dall'oratorio, dove svolgeva il ruolo di animatore, sono arrivate le accuse di molestie sessuali su quattro minori.
Bovi è stato arrestato ed è ai domiciliari con il braccaletto elettronico.

La vicenda risale al 2011, i quattro malcapitati protagonisti sono ragazzini tra i 13 e i 16 anni. I pm Daniela Cento e Lucia Minutella hanno chiesto per l'uomo gli arresti domiciliari in un centro dell’hinterland milanese, il gip Luigi Gargiulo ha dato l'ok: la misura cautelare è stata eseguita ieri per la prima volta con il braccialetto elettronico, da quando nel dicembre scorso il decreto Cancellieri, legge non ancora entrata in vigore, ha ampliato l’utilizzo da parte dei magistrati di questo strumento, una cavigliera, tarata per resistere a 70 gradi di temperatura e 40 chili di trazione, in un ambiente domestico 'mappato' da una apposita centralina collegata con le forze dell’ordine.

Per il fonico è scattata l’ipotesi di reato di "violenza sessuale", però di "lieve entità", perché non risultano rapporti sessuali consumati, 'solo', toccamenti delle parti intime, massaggi spinti, giochi sessuali. Il musicista avrebbe conosciuto i ragazzi all'oratorio, ma gli incontri con loro sarebbero avvenuti fuori, anche durante un campeggio in montagna.
I familiari degli adolescenti hanno fatto scattare l'indagine nel 2013, ma Bovi era già stato allontanato dalla parrocchia a causa del racconto di uno dei protagonisti che a un prete aveva parlato dei comportamenti inappropriati dell'animatore. Non era però stata data alcuna segnalazione all'autorità giudiziaria dell'accaduto. In uno scritto indirizzato all'ex tastierista dei Modà, però, il religioso l'aveva consigliato di affidarsi a cure di esperti e la lettera in questione è stata indicata dal prete come probante quando è stato chiamato a testimoniare. Così si è potuti proseguire nelle indagini che hanno portato alla misura cautelare messa in atto ieri.

"Siamo agghiacciati alla sola idea che sia potuto succedere quello di cui non abbiamo mai avuto alcun sentore. Speriamo che la magistratura concluda presto le indagini e che il loro esito non sia terrificante come lo è il loro avvio", hanno fatto sapere stamani i Modà in una nota ufficiale, evidentemente sconvolti dalla notizia dell'aresto di Paolo Bovi.