Annalisa Minetti: "Mi sento più atleta che cantante"

Alle Paralimpiadi di Londra ha conquistato il bronzo nei 1500. Corre Annalisa Minetti non solo per sport, ma anche nella vita: mamma, moglie, un nuovo disco in uscita, "Nuovi", un'autobiografia, "Iride". E ora ha deciso di togliersi pure qualche sassolino dalla scarpa rilasciando un'intervista a Vanity Fair.

Una carriera musicale la sua con parecchi ostacoli. La corsa, afferma, è stata una bella rivincita: "(...)La pista è uguale per tutti, lì non potevano polemizzare, dire di me quello che hanno detto a Sanremo (vincitrice delle Nuove Proposte 1998, ndr): “Ha vinto perché è cieca e ha impietosito il pubblico”. Ecco, questa vittoria la sento più giusta e mia di quell’altra. Infatti mi sento più atleta che cantante - dichiara - Cantare per me è come respirare. Correre è frutto della mia volontà. In pista le mie fragilità non esistono più, mi sento tranquilla, forte, serena. La più figa del mondo".

Come cantante i sogni nel cassetto sono tanti: "Un varietà in Tv dove poter finalmente far sentire e vedere quello che so fare. Cantare un pezzo di Jovanotti, duettare con la Pausini... Insomma, avere più soddisfazioni. Mentirei se dicessi che ho avuto quello che meritavo. Anche se mi considero comunque fortunata, la verità è che mi sono accontentata: canto nelle piazze e non vendo un disco". Perché non sempre il talento è sufficiente: "Puoi essere bravo, ma se sei gestito male non ce la fai. I miei manager sono stati pessimi, cavalcando la mia condizione di non vedente mi hanno danneggiato, perché la gente dopo un po’ si è giustamente stufata. Avessi avuto una produttrice come Caterina Caselli, avrei sicuramente fatto una carriera diversa", afferma Annalisa. Ma dopo Londra qualcosa è cambiato: "Sembra di sì. Tanta gente si è appassionata per me, forse mi immaginavano meno combattiva, meno simpatica - spiega la Minetti - Non vorrei esagerare, ma oggi sento di essere molto stimata. Ho ricevuto anche qualche sms dai colleghi. Il mio mito Claudio Baglioni è stato molto affettuoso. Mi ha scritto anche Panariello: mi ha fatto molto piacere, dopo quello che era successo". Si riferisce al Sanremo del 2006, quando accusò il comico toscano di averla esclusa dalla kermesse canora perché cieca: "Fu il mio manager dell’epoca a riferirmi, probabilmente esagerando, che non mi volevano perché sul palco ho sempre bisogno di un accompagnatore. Mi arrabbiai, e la pagai cara: non solo non andai al Festival ma Gianmarco Mazzi, il direttore artistico, mi disse in faccia che – finché ci sarebbe stato lui – io con Sanremo avevo chiuso". Ma ogni anno c'ha riprovato a salire di nuovo sul palco dell'Ariston: "(...)spesso consapevole che non mi avrebbero preso: la mia credibilità discografica è ai minimi termini. Ora che Mazzi non c’è più, spero di tornare. Quel palco mi manca".

Poi l'argomento cambia, si parla di politica: "Non voto da quando avevo 19 anni, nessuno mi ha mai convinta - rivela la cantante - Eppure, se mi dessero la possibilità, e avessi la certezza che fosse un ambiente onesto, farei politica. Mi vedrei benissimo alle Pari Opportunità". Ma le è mai stato proposto di candidarsi? "Sì, in passato, e anche in questi giorni. Pdl e Udc: non ho accettato". Le piace Grillo: "Tantissimo, perché dice grandi verità e mi sembra coerente: ecco, per il Movimento 5 Stelle potrei anche tornare a votare", afferma. Infine l'adozione, una strada che avrebbe voluto percorrere prima di avere suo figlio Fabio, scoprendo però che per un disabile in Italia è praticamente impossibile e il nostro Paese per una persona diversamente abile come lei è davvero scomodo: "(...) Se i nostri politici facessero un giro a Berlino, capirebbero che cosa vuol dire vivere in un Paese davvero civile", ammonisce Annalisa.