Dolce&Gabbana, negozi chiusi per protesta

Chiuse “per indignazione” le boutique di Dolce&Gabbana a Milano, come riportano dei grossi cartelli nelle vetrine con tanto di traduzione in inglese (clicca qui per ingrandire la foto). L’ufficio stampa del noto brand ha confermato che nella giornata di venerdì 19 luglio tute le attività legate alla griffe rimarranno con le serrande abbassate, compresi l’edicola di via della Spiga 2, il Martini Bar, il barbiere e il Gold in via Risorgimento. Non è stato però reso noto fini a quando le attività resteranno chiuse.

La querelle tra i due stilisti e il Comune di Milano nasce dalle parole dell’assessore al Commercio Franco D’Alfonso: “Niente spazi comunali a chi è stato condannato per evasione fiscale”, ha detto e si è scatenata la bufera. Stefano Gabbana ha reagito scrivendo su Twitter: “Fate schifo!!!”. D’Alfonso dal canto sua ha tentato di tornare sui suoi passi, ma ormai la polemica ha preso il via. Tanti i messaggi di solidarietà da parte degli altri stilisti, mentre viene attaccato Palazzo Marino e il sindaco Giuliano Pisapia. Quest’ultimo ha cercato di mediare sull’accaduto, affermando che le parole dell’assessore sono state inopportune, ma ha anche ribadito che pure la reazione degli stilisti è stata esagerata. Dolce&Gabbana però non si sono calmati, anzi, hanno chiuso tutti i loro negozi in segno di protesta. La condanna in primo grado per mancata dichiarazione dei redditi, però, è un dato di fatto.