Gaspare: ‘Senza Zuzzurro sono solo Nino Formicola’

Gaspare, senza Zuzzurro, non esiste più.  “Mi sento un debuttante di sessant'anni. Con la morte di Zuzzurro se n'è andato anche Gaspare. Ora sono Nino Formicola e mi rimetto in gioco. Cosa ne sapete se da solo sono bravo?”, ha confessato il comico a Vanity Fair.
E’ ancora addolorato per la morte dell’amico ed ex cognato Andrea Brambilla, con cui si è esibito in coppia per quarant’anni, scomparso lo scorso ottobre. Nino, però, cerca di andare avanti e si rimette in gioco: “Non ho fretta, tanto dentro di me ci sono due trentenni. Non dico certo che sia facile. Ero un colonnello e mi sono ritrovato all'improvviso retrocesso a caporale”
Formicola ha energia da vendere: “Arrabbiato. Mi sento come i giovani di Steve Jobs: affamato, folle. Ed è questo che mi spinge ad andare avanti, con energia. Sono arrabbiato con la vita che mi ha costretto a ricominciare quando meno me l'aspettavo. Ma questa rabbia l'ho trasformata in energia positiva, costruttiva. Si ricomincia e si ritorna ai gradi di colonnello. Deprimersi non serve a niente, se non a farsi ulteriormente del male. Io sono sempre stato ottimista, ho sempre pensato: se ho un momento di sfortuna, passerà. E infatti si sono aperte, con mia grande sorpresa, tante nuove porte…”.

Mai più Gaspare, ora, senza Zuzzurro,  solo Nino Formicola: il gel sui capelli non c'è più

Antonio Ricci mi ha chiesto di partecipare al suo programma tv Giass per presentare un nuovo personaggio, il cieco – ha continuato Nino - Un compito non facile: dovevo creare qualcosa di nuovo, che non assomigliasse a quello che faceva Gaspare ma che avesse anche un mio marchio umoristico. Quindi ho pensato a questo personaggio del cieco, non del "non vedente", proprio del cieco, arrabbiato con la modernità, perché secondo me le nuove tecnologie non aiutano certo le persone che non ci vedono… (…) A teatro ho terminato la prima parte della tournée Tutto Shakespeare in 90 minuti, lo spettacolo che avevo preparato con Zuzzurro. Al suo posto è entrato Alessandro Benvenuti. Ed è andata talmente bene che a maggio faremo altre 15 repliche e poi lo riporteremo in scena a ottobre, ripartendo dal teatro Leonardo di Milano, in concomitanza con il primo anniversario della scomparsa di Andrea. Il prossimo anno lavorerò anche in un'altra commedia, Forbici e Follie, assieme ad altri comici. Sarà una sorta di improvvisata con il pubblico. Inoltre tengo un corso alla scuola di teatro Quelli di Grock, dove però non insegno come si fa a fare il comico, ma come si fa il mestiere del comico. (…). Infine sto scrivendo, perché me l'hanno chiesta, una biografia di Andrea, dei nostri anni di lavoro insieme. Un'esperienza molto dolorosa, perché ti costringe a rammentarti di cose a cui altrimenti non avresti pensato più. Cose buone, altre meno, ma mi sono accorto che in quarant'anni non abbiamo mai litigato.

Andrea è il suo ‘buco nero’: “Che dire? Mi manca tutto. Mi ricordo però di quando l'ho visto emozionarsi, o per lo meno… l'ha lasciato trapelare: è successo quando siamo stati richiamati a partecipare alla trasmissione Zelig, dopo anni che non apparivamo più in TV.  Durante la prima puntata, appena Claudio Bisio ci ha annunciato, il pubblico ha incominciato ad applaudire senza smettere, per alcuni minuti. E noi lì, fermi, senza riuscire a parlare. Abbiamo provato entrambi uno stupore e un'emozione indicibili: un momento in cui ti scorre davanti la vita, perché ti dici: “alla fine allora avevamo ragione noi“. Con un'ovazione simile, vuol dire che non solo il pubblico non ti ha dimenticato, ma che gli sei anche mancato”. Presentarsi con il suo nome è essere “quello che sono”: “Capita, quando mi chiedono l' autografo, che mi dicano: "Puoi scrivere Gaspare?" E io rispondo di no, perché Gaspare non c'è più. Rimane lì, in un angolo, con Zuzzurro. Non mi metterò mai più il gel sui capelli.