''L'unico obiettivo è durare il più a lungo possibile per guadagnare di più'': Marco Maddaloni spiega perché ha fatto il GF e quanto guadagnava come judoka

  • Lo sportivo 39enne rivela: “Prima dell’Isola prendevo 1.400 euro al mese dalla polizia penitenziaria”
  • “Non sono un calciatore e a me piace la bella vita”, ammette

Marco Maddaloni non è pentito di aver lasciato la Casa dopo la morte del suocero Mario. E’ tornato dalla moglie Romina Giamminelli, 34 anni, e dai loro tre figli, Giovanni, 7 anni, Giselle Marie, 5, e Pino, 3. A Chi lo sportivo 39enne spiega perché ha fatto il GF, dopo essere stato anche naufrago all’Isola dei Famosi. Rivela anche quando guadagnava da judoka. “L’unico obiettivo è durare il più a lungo possibile e guadagnare di più, confida riferendosi ai reality.

''L'unico obiettivo è durare il più a lungo possibile per guadagnare di più'': Marco Maddaloni spiega perché ha fatto il GF e quanto guadagnava come judoka

“Mi hanno detto qualche volta che sono un po’ stratega, ma è diverso, a me piace il calcolo delle probabilità, in generale impazzisco per i calcoli, ogni volta che ho partecipato a un reality l’unico obiettivo era durare il più possibile per guadagnare di più, chiarisce Marco.

Sul partecipare a questo tipo di show per guadagnare bene, Maddaloni commenta: “Mah, come sportivo i titoli ce li ho, ma non sono un calciatore e a me piace la bella vita. Nel senso che mi piace andare a mangiare fuori con mia moglie, mi piace l’idea che i miei figli stiano in piscina, ma siccome non sono un calciatore... Poi i soldi della tv li ho investiti nell’immobiliare, ma ci sono stati dei periodi in cui abitavo in 60 mq di mansardina con i miei tre figli per affittare il resto della casa e avere una rendita”. 

Lo sportivo 39enne rivela: “Prima dell’Isola prendevo 1.400 euro al mese dalla polizia penitenziaria”

Quando gli si domanda quanto si può mettere in tasca col il judo, la sua disciplina, l’ex gieffino spiega: “Ora niente, prima dell’Isola prendevo 1.400 euro al mese dalla polizia penitenziaria. Lo sa? Ho scritto l’autobiografia, uscirà ad aprile. Si intitola proprio All’anima del campione (Roberto Nicolucci Editore, ndr). E il messaggio è proprio che non si deve mai mollare, mai. Te lo insegna proprio lo sport”. E aggiunge: “Nel senso che per me lo sport è vita. Non dobbiamo nemmeno parlare di scuola, dobbiamo parlare di sport che dovrebbe essere dell’obbligo come la scuola. E poi l’allenatore. Il maestro è sempre un secondo padre. Poi, secondo me, la sicurezza economica, in qualche modo, quasi quasi te la dà più lo sport che l’istruzione, Poi punti di vista, eh”.