Maurizia Paradiso in un servizio a Le Iene racconta il difficile percorso che sta vivendo a causa della leucemia che l'ha colpita e piange. In lacrime si confida con Nina Palmieri che è andata a trovarla nella stanza dell'ospedale San Gerardo di Monza, nel reparto di ematologia, dove è richiusa per venticinque giorni al mese in isolamento.
"Stavo morendo", dice Maurizia Paradiso all'inviata di Le Iene. Le sue parole sono sincere, scorrono con la solita fuidità. Maurizia rimane un personaggio unico, dissacrante, ironico, spregiudicato. E' stata colpita dalla leucemia a 59 anni e mezzo. Da quel momento è stata sottoposta a pesanti cicli di chemioterapia. Da gennaio tre cicli di cure e a volte le sedute sono durate pure 24 ore. "Controindicazioni. La chemioterapia mi ha colpito sul mio cambio di sesso: il mio primo labbro si è gonfiato tantissimo, al punto da non sembrare più un labbro vaginale...", spiega. "Mi sento bollata come una bestemmia e mi sento scomunicata dalla vita. Non ho ricevuto una visita neanche da mio fratello qui fino al 33esimo giorno, quando gli ha scritto l'ospedale. Gli ho detto di non venire, lo sapevano tutti dai giornali e non era venuto. Gli ho detto: 'Posso fare a meno di te'", continua Maurizia Paradiso.
Poche le persone che sono andate a trovarla, a parte il suo parrucchiere e Vladimir Luxuria, la sua famiglia sono diventati medici e infermieri. "La malattia è in fase di regressione, ma chissà...", dice Maurizia. "Per vedermi stare male devi venire qui tra 7/8 giorni, entro in uno stato di aplasia, sai che vuol dire vivere con zero globuli bianchi?", chiarisce ancora.
Per questo vive in una stanza dove si può entrare solo coperti dalla testa ai piedi e uno alla volta. Una specie di acquario che la protegge dal mondo. "Da qui non posso uscire. Di notte non dormo, prendo le pastigliette ma non dormo, ho paura che se mi addormento, non mi sveglio più". Maurizia è provata: "All'inizio mi guardavo intorno e mi chiedevo: 'Cosa sta succedendo?'", racconta tra le lacrime. Piange, è difficile non farlo. "Ho passato i primi dieci giorni a piangere. Questo è un reparto in cui una persona ha veramente bisogno di una parola dolce, di sentirsi ancora viva, altrimenti è finita. Ho pianto giorno e notte. Siccome ho ancora molto da dare, non ho intenzione di andarmene. Non me ne vado proprio, scordatevelo", aggiunge e fa il dito medio. Lei è così: prendere o lasciare. Poi fa un piccolo balletto e si toglie la parrucca, mostrandosi completamente calva.
"E' stato tremendo perdere i capelli. Mi hanno detto: 'Maurizia, al primo ciclo non perdi niente, al secondo cominci, al terzo li perdi tutti. E io li ho tagliati al secondo ciclo con la macchinetta". Li ha presi in mano, pianto, buttati nel water e tirato l'acqua: "Ho detto: 'Arrivederci, ci vediamo più avanti. Mi è costato molto perché soprattutto per una transessuale il capello è tanto... Ma fossero solo queste le sofferenze!". La leucemia l'ha cambiata: "Vedo il mondo in un'altra maniera, cercherò di godere di più delle cose semplici, non posso dire di aiutare di più il mio prossimo, perché l'ho sempre fatto".
Come passano le giornate in ospedale? "Con una paura che non ti danno loro, ma sai benissimo che hai una leucemia, malattia per cui fino a qualche anno fa si moriva, ora, invece, ci può essere scampo: non ho detto si guarisce, ma ci può essere scampo". "Sono sola", dice poi Maurizia Paradiso. Uscirà tra 15 giorni, è positiva, ha persino invitato Nina, l'inviata di Le Iene, al ristorante. E proprio Nina le chiede: "Ce la farai?". "Sì, ce la devo fare per forza - risponde Maurizia che piange di nuovo - Vi prometto che ce la farò".