Nudo a fin di bene. Raoul Bova si è spogliato per la nuova campagna del Ministero della Salute contro l'Aids. Un'immagine forte, con l'attore che tiene in mano un preservativo (clicca qui per ingrandire lo scatto). Ripresa dallo spot da lui interpretato e diretto.
"La copertina che pubblicate - ha dichiarato Raoul al settimanale 'Chi' - racchiude il messaggio che vogliamo trasmettere, vale a dire l'importanza della prevenzione e l'uso del preservativo nei rapporti sessuali occasionali, sia etero sia omosessuali". "Da tempo cerco di dare il mio contributo per ricordare malattie spesso dimenticate - ha detto l'attore, spiegando i motivi che l'hanno spinto a tuffarsi in questo progetto - l'ho fatto per la fibrosi cistica, per le malattie neurovegetative e continuo a farlo perché penso che la ricerca sia fondamentale. Nel caso dell'Aids è importante parlare di prevenzione, perché c'è la sensazione che le nuove generazioni non conoscano i rischi del contagio. Certo, ci sono cure per chi ha contratto il virus e va sostenuta la ricerca, ma bisogna anche ricordare che la malttia è dietro l'angolo e che ci si può ammalare in ogni momento. I ragazzi che non usano il preservativo sono tantissimi, è giusto informarli di cosa può accadere: basta non essere attenti una volta per essere contagiati e contagiare il proprio partner".
Bova ha anche chiarito la sua posizione in quanto uomo di fede: "Nella campagna abbiamo puntato sull'uso del preservativo. Ci sono diversi passaggi che lo evidenziano. Secondo me, la Chiesa si sta avvicinando alla modernità, ha abbandonato certi concetti antichi e, credo, concordi sul fatto che, prima di tutto, la vita umana va salvata. Non ho avuto difficoltà da cattolico perché, se Dio ti dona la vita, questa vita va tutelata, conservata e rispettata e il preservativo è un modo per farlo. Ovvio che una condotta di vita attenta, poco sfrenata, sarebbe auspicabile, ma, a volte, anche un unico rapporto può costare una malattia. E allora è meglio educare alla prevenzione".